Tre personaggi con in comune il mal di vivere

Ancoraun film serio e severo di Anne-Ritta Ciccone, la regista italo-filandese già apprezzata anche qui da noi per "L'amore di Márja", sui dolori di una giovane filandese in Sicilia. Dolori anche qui, a carico però di tre personaggi studiati alternativamente in Filandia, in Francia, in Italia. La prima è Eeva, a Helsinki, è una hostess di terra, silenziosa, solitaria, chiusa in se stessa, sempre pronta a rifiutare qualsiasi rapporto con gli altri, soprattutto se uomini. Il secondo è Jean-Paul, un giornalista parigino totalmente bloccato nella sua professione da una strage cui solo lui è sfuggito e adesso, quasi si sentisse in colpa, arrivato a separarsi dal lavoro e dalla moglie, a trascurare i figli e a tenere a distanza una giovane amante preferendole, quasi per punizione, il sesso mercenario. Con il terzo personaggio, Maddalena, sostiamo a Roma, vediamo lei ostile a sua volta a quanto la circonda salvo alla pittura cui si dedica quasi con furore. Senza però soddisfazioni di sorta. Si passa da un personaggio all'altro (e perciò da una lingua ad un'altra a seconda delle tre città). Dei dolori di Eeva per un po' non si spiegano le ragioni, e così di quelli di Maddalena, fino a quando, come se si mettessero insieme dei tasselli precisi, il mosaico si chiarisce e, anche se prima sembravano impossibili, delle soluzioni si trovano. Non però in modo scoperto, né facile, qua con rivelazioni terribili, là con uno studio attento non solo delle psicologie dei tre personaggi, ma anche della evoluzione, graduale ma sicura, dei loro rapporti con i personaggi con cui via via vengono a contatto. Un tessuto narrativo meditato, tutto scansioni, passaggi rapidi, situazioni opposte le une alle altre con ritmi spesso velocissimi, badando sempre che non solo i caratteri si svelino ma sempre più si manifestino, con molta esattezza gli ambienti che li accolgono, i risvolti drammatici cui si fanno soggiacere fino al momento in cui invece li vedremo capaci di dominarli. Sempre all'insegna della misura, persino del riserbo, anche quando certi passaggi si fanno esplosivi. Eeva è con asciutto rigore Laura Malmivaara, già vista ne "L'amore di Márja"; Jean-Paul è il francese Jean-Hugues Anglade, Maddalena è la nostra Maya Sansa. Non si incontrano mai ma costituiscono un terzetto esemplare.