Francese, coraggiosa e ribelle Chanel e la sua vita da favola
«Chanel, una vita da favola». Il titolo del libro di Alfonso Sigonorini (Mondadori, pagg. 225 con preziose fotografie, euro 18) sembra già prendere per mano il lettore con l'intento di condurlo alla scoperta di una storia vera, anche se straordinariamente romanzata. Perché Coco Chanel, che il mondo eleggerà regina del gusto e musa della bellezza consacrate da successi assoluti, è la protagonista di un'epopea drammatica che vince e lotta contro le brutalità di un mondo, di un secolo. Tante le componenti utilizzate da un abile e sensibile alchimista come Alfonso Signorini: curiosità innata, paura divorante che ti insegue, ti fa correre per trasformarsi in desiderio di grazia e di bellezza in grado di sanare un'infanzia e un'adolescenza sfigurate dalla tristezza. E qui c'è per intero l'intuito, istintivo quanto profondo, dell'autore, capace di leggere nelle pupille accese di questa ragazzina inquieta tutte le intenzioni future di Coco. Una dote quasi taumaturgica che trasforma la biografia in un racconto. Ed è piacevole cogliere i tratti di cronaca vera, mirabilente resa da Signorini all'inizio di ciascun capitolo. Quasi un fil-rouge che conduce all'obiettivo: la scoperta del personaggio. Così, circa a metà del libro, citiamo un «quadro» che merita un commento a parte. «I fiocchi di fuoco che giocano nel caminetto sono una meravigliosa attrazione; Coco osserva quel corpo vivo e ardente che si sfrangia e si dissolve fuggendo verso l'alto Da almeno un'ora è seduta lì. Voleva leggere, e per questo ha fatto giungere a Royallieu due riviste di moda. Le stampano a Parigi, ma l'editore riesce da qualche tempo a farle arrivare anche in provincia. A Coco la fatica che i cronisti spendono nelle loro cascate di parole interessa piuttosto poco. Lei è sedotta dalle immagini enormi che invadono le pagine lucide dei periodici. È lì, proprio su quelle foto, che vivono gli abiti». Ecco, un passo, che aiuta a capire meglio come l'autore entri nella descrizione del personaggio con l'occhio del giornalista, incuriosito dalla notizia, sempre ben lontano dalla presunzione di consocere l'epilogo, la consacrazione di un astro nascente. Lui preferisce veder crescere il suo «servizio» su questa inquieta e sveglissima ragazza di provincia, facendo magari razzìa di ricordi della sua giovinezza. Un modo convincente per rendere credibile un'icona, divenuta tale non per scelta ma per passione. E per il coraggio, e il rigore, col quale Coco ha saputo credere nelle proprie intuizioni. Rendendole convinzioni, capisaldi della sua stupefacente storia di creatività e di organizzazione.