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Negli States tutti pazzi per gli etruschi

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Qui da noi, nel Belpaese, ammuffiscono in qualche angolo di museo, ma il resto del mondo ce li invidia: sono i grandi capolavori dell'arte e della cultura. Noi italiani li diamo per scontati, negli altri Paesi se li sognano. Da un po' di tempo negli States impazza la mania degli etruschi, tanto che si parla di mostre, eventi, appuntamenti. Il prossimo mese è in programma un'esposizione a Villa Getty, a Los Angeles, e il «primo piatto» arriverà proprio dall'Italia: la Chimera di Arezzo, grande bronzo etrusco risalente al V secolo avanti Cristo, attualmente custodito al Museo Archeologico di Firenze. La Chimera, come dall'accordo tra il direttore generale per l'archeologia del Ministero per i Beni Culturali, Stefano De Caro, e Michael Brand, direttore del Jean Paul Getty Museum, viaggerà verso gli Stati Uniti per arrivare puntuale all'inaugurazione della mostra il 16 luglio. Ad organizzare il prestito un gruppo di «Amici della Chimera», sotto la presidenza dell'etruscologo Giovannangelo Camporeale, presidente dell'Istituto di Studi Etruschi. L'associazione avrà una rappresentanza negli Usa che seguirà la mostra sulla Chimera, poi una seconda esposizione dedicata agli altri grandi bronzi del museo fiorentino ed infine una terza, dedicata agli Etruschi, annunciata come «epocale». Gli «Amici della Chimera» su suggerimento e patrocinati del console generale d'Italia a Los Angeles, Nicola Faganello, con il direttore dell'Istituto Italiano di Cultura, Francesca Valente realizzeranno inoltre, a corona di quelle del Getty Museum, altre iniziative legate all'archeologia ed alla storia antica dell'Etruria e di tutti i popoli rappresentati nelle meravigliose collezioni del Museo fiorentino. Il Museo Archeologico di Firenze, istituito nel 1870, è responsabile di una delle maggiori collezioni d'arte etrusca del mondo. Ha sede nello storico palazzo della Crocetta, costruito per la granduchessa Maria Luisa d'Austria nel 1620. Da questo storico e blasonatissimo luogo la Chimera volerà verso gli States. E forse è giusto, visto che i tanti che la visitano sono quasi tutti turisti. Stranieri.

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