Gli astri del Globe
Tiberiade Matteis Con la riconferma triennale della direzione artistica a Gigi Proietti, si inaugura la nuova stagione del Silvano Toti Globe Theatre con lo slogan «Shakespeare in Globe!» e un cartellone preceduto da due appuntamenti fuori programma. Il 18 giugno, infatti, il meraviglioso edificio scenico elisabettiano, costruito dalla famiglia Toti nel cuore di Villa Borghese, ospita la serata «Notti senza frontiere» con Stefano Benni, Sonia Bergamasco, Andrea Giordana, Alberto Rossi, Lina Sastri e Milena Vukotic impegnati in parole, musica e fotografia con Eugenio Finardi, Irene Fornaciari e altri per Medici senza Frontiere. Dal 23 al 27 giugno, inoltre, si celebra il bicentenario della nascita di Edgar Allan Poe con «Poliziano», il suo unico testo teatrale tradotto, allestito e diretto da Riccardo Reim in uno spettacolo grottesco che esalta il calco da tragedia elisabettiana attraverso una contaminazione sulfurea di generi, mostrando una Roma in declino. Dal 3 luglio prende avvio il consueto omaggio shakespeariano che ha visto il pubblico passare da 20 mila spettatori a oltre 36 mila fra il 2005 e il 2008. Si parte con la ripresa de «Il Mercante di Venezia» di Loredana Scaramella fino al 12 luglio con cast leggermente rinnovato e fedele riproposta del conflitto fra amicizia e amore, tra denaro e giustizia. La prima novità è rappresentata da «Troppu trafficu ppi nenti», traduzione di «Molto rumore per nulla» in un siciliano inventato e mai parlato, con prestiti di area mediterranea, firmata da Andrea Camilleri e dal regista Giuseppe Dipasquale per un lavoro, in tournée dal 2000 e ora al Globe dal 14 al 22 luglio dopo il fortunato «La tempesta». Si immagina che Shakespeare sia siciliano e corrisponda a un tale Michele Angelo Florio Crollalanza fuggito da Messina. Torna dal 25 luglio al 2 agosto il «Sogno di una notte di mezza estate», diretto da Riccardo Cavallo, mentre Daniele Salvo si cimenta dal 7 al 14 e poi dal 18 al 30 agosto con «Othello», interpretato da una compagnia di giovani fra i trenta e i quarant'anni nel rispetto di un impianto privo di attualizzazioni. Chiude dal 4 al 20 settembre «La Bisbetica Domata», affidata a Marco Carniti, che l'ambienta in una gabbia costruita dall'architetto svizzero Hunerwadel come una sorta di palestra surreale alla Giacometti.