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Il fantasma dell'amore tra le righe di Ivan Cotroneo

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Inscena sono sempre presenti l'amante e il fantasma dell'amato, in un atto unico che è una discesa nella mente tormentata di una persona abbandonata. Dipanano la vicenda Giuseppe Gaudino, Nicola Nicchi e Barbara Begala, diretti da Enrico Maria Lamanna con musiche di Antonio Di Pofi. Luca, trentacinquenne, scrittore per la televisione, vive in una grande città e abita nello spazio vuoto della perdita affettiva in cui ogni essere umano è rimasto intrappolato almeno una volta nella sua vita. La narrazione si svolge su due piani temporali: nel presente, Luca è solo e si trascina in una serie di giorni senza luce, rotti a tratti da una presenza femminile, la sua migliore amica che, muta, ascolta ricorda e filtra la sua esperienza; nel passato, invece, una serie di scene, non in ordine cronologico, racconta l'evolversi dalla sua storia d'amore con i giorni della felicità, la vita in due, i viaggi, il sesso, la separazione improvvisa e infine l'abbandono. Solo nel finale, quando i due piani narrativi si confondono e si riuniscono in un presente emotivo, Luca trova la forza di staccarsi dal peso del ricordo e di avviarsi alla sua nuova vita, incamminandosi con la sua ferita verso un nuovo amore. L'azione drammatica è divisa in due parti distinte, come se il palcoscenico rappresentasse per metà la solitudine nel presente e nell'altra metà l'ambiguo conforto della memoria.

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