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Una statua in onore di Maria Callas, che debuttò in Italia in Arena nell'agosto del 1947, da porre fuori l'anfiteatro romano, di fronte all'accesso di platea.

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«Hogià il bozzetto - ha precisato Zeffirelli - l'ho presentato al museo Puskin. Si potrebbe fare una statua di bronzo, di altezza naturale, con mani e volto di marmo». Il progetto è stato subito sposato dal sindaco Tosi che ha approvato anche il luogo indicato dal regista. «Debbo fare i complimenti al sindaco - ha ribattuto subito Zeffirelli - per il successo della Lega Nord raccolto in provincia di Verona». E tornando alla statua della Callas Zeffirelli ha calato un altro asso per la città: «Se mettiamo l'immagine della cantante nel vallo davanti all'ingresso principale - ha spiegato - i turisti di tutto il mondo avranno un'altra donna celebre accanto alla quale farsi fotografare. Così Giulietta non sarà più sola». Zeffirelli, a Verona per il suo rinnovato allestimento dell'opera «Carmen» che aprirà l'87 Festival areniano il prossimo 19 giugno, è una fabbrica di idee, provocazioni, riflessioni. Dalla statua alla Callas al progetto «Liston», la zona pedonale della piazza Bra, la piazza centrale di Verona, per il maestro toscano il passo è breve. «Si dovrebbe allargare il plateatico del Liston, di marmo bianco, per unirlo ai giardini in modo da togliere la fascia scura del porfido dove passano biciclette e mezzi» propone Zeffirelli. Il regista è uno storico sostenitore del Festival areniano e anche in occasione dell'edizione numero 87 indica l'Arena come «la culla del melodramma italiano: se si parla ancora di opera lo si deve alla stagione lirica areniana. Le opere sono il nostro grande patrimonio culturale che non dobbiamo perdere ma coltivare. E una ragione di più per farlo è il calo delle presenze di ospiti provenienti dal Nord europa frenati dalla crisi». Sorprendendo politici e giornalisti Zeffirelli si è dimostrato infine aperto all'uso di microfoni, idea lanciata da poco da Placido Domingo. «Non si può rifiutare il progresso - ha concluso - anche perchè il suono oggigiorno è cresciuto come valenza sociale e allora perchè non utilizzare i microfoni in un teatro aperto e anomalo come l'Arena ?»

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