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L'11 settembre, un dramma da Lepanto a New York

La Battaglia di Lepanto (dipinto di Luca Pignatelli)

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Un modo per avvicinare le opere di artisti italiani contemporanei "fuori" dal lessico un po' deviato del critichese e libero dalle invidie e dai cedimenti mercantili di molta nostrana critica d'arte. Crediamo di fare in questo semplice modo un servizio agli artisti, ai lettori e al vero scopo della Biennale che è di presentare artisti. Ancora una volta fuori dai luoghi comuni del modo con cui si parla di arte sui giornali italiani. Del resto, nel segno di Charles Baudelaire, riteniamo che il miglior commento a un'opera d'arte sia in attraverso un'opera d'arte. L'artista preso in considerazione oggi è Luca Pignatelli, che vive e lavora a Milano, ed è uno dei più affermati pittori contemporanei in Italia e nel mondo. La sua opera - come tutte quelle esposte al Padiglione create appositamente per l'appuntamento veneziano - è un trittico dedicato alla Battaglia di Lepanto. L'esposizione avviene non a caso nello storico Arsenale di Venezia, da cui uscivano le grandi creazioni navali della Serenissima, alcune delle quali parteciparono alla storica battaglia a cui si deve la libertà cristiana d'europa contro la minaccia del totalitarismo orientale e musulmano. Il Trittico delle visioni e della storia. Vele, argenti in procinto di incontrare angeli - tenebre, guerra, corde. A Lepanto. Visione e storia. Guerra di visioni. Un giovane condottiero, figlio bastardo del re di Spagna, nel 1571 guida le flotte di una santa alleanza dove stanno i migliori d'Europa - eppure il Papa ha voluto lui, il bastardo coraggioso al comando. Vele strappate, mare che sanguina. Nelle sale dove ora stanno i quadri di Pignatelli costruivano navi. L'arsenale dei veneziani era luogo di prodigi. E qualcosa di prodigioso accadde anche sul mare. Vinsero i cristiani a Lepanto. L'Europa sarebbe rimasta l'Europa. La fede e la libertà. Non era scontato. Ebbe mozzata la mano sinistra un soldato semplice spagnolo. Un mezzo sbandato, uno con precedenti penali, si sarebbe detto oggi. Con la destra avrebbe scritto di un uomo delle visioni. Miguel De Cervantes al ritorno da Lepanto, monco, creò il Chisciotte. Navi, mari e cieli d'argento, guerra unica e decisiva, e premonizione di altre guerre, aerei in picchiata. Angeli, dove siete? Vele che si strappano nella storia, Lepanto mai concluse, mani mozzate. Il pittore deve tenere tutto negli occhi. Storia, visioni. E le tele come vele che si aprono a contenere tutto il vento che c'è. Il nero, l'argento. Gli Ottomani non presero bene la sconfitta subita a opera del giovane bastardo cristiano. Ci chiameranno sempre bastardi. Un secolo dopo, una notte, a Vienna nel cuore d'Europa, gli Ottomani sembrano avercela fatta. A vendicare Lepanto. Sono sicuri di prendere Vienna. La chiamano Città della Mela d'Oro. È la notte dell'11 settembre, nel 1683. Ma all'alba Marco d'Aviano, uomo di visioni, celebra la messa e il re di Polonia, un altro Juan-Giovanni, a sorpresa mette in rotta gli Ottomani. Vele strappate, buio, argento. Visioni, storia. 11 settembre 1683, Mela d'oro. 11 settembre 2001, attacco alla Grande Mela. Quadri d'arte, visioni. Storia. Via, via dall'intrattenimento. Dall'arte infingimento. Via dal pretesto. Tremore di tutto di noi davanti all'arte. Finalmente.

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