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Federalismo fiscale, una via per modernizzare il Paese

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FilippoCaleri f.caleri@iltempo. «L'avvio del federalismo fiscale in termini di nuovo momento impositivo sarà un percorso ancora lungo, che richiederà una serie di aggiustamenti, ma è anche un'occasione unica per modernizzare ed efficentizzare realmente l'Italia» spiega a Il Tempo, Roberto Serrentino, Professore di diritto e politiche economiche regionali all'università della Calabria e autore di «Il federalismo fiscale in Italia - genesi, prospettive di attuazione ed esigenze di tutela» (Edizioni Scientifiche Italiane - pagg. 378) Possiamo già considerarci un paese federalista? «Una cosa è il federalismo politico, altro è il federalismo fiscale. Per quanto riguarda quest'ultimo siamo in progress. L'ultimo riferimento normativo è la legge 42 del maggio di quest'anno con 24 mesi per emanare i decreti attuativi necessari a rendere operativa la riforma». Non si rischia di esaltare le differenze regionali e dividere l'Italia? «Il nostro federalismo è sufficientemente solidale e prevede un fondo perequativo a favore delle regioni con minore capacità fiscale per abitante. Uno strumento che serve a ridurre le differenze». Quali sono le principali criticità nella fase di avvio? «L'irresponsabilità fiscale e i costi del federalismo. Oltre alla proliferazione dei centri di potere e l'accertamento». Ostacoli insormontabili? «L'irresponsabilità fiscale è generata da una non perfetta armonia tra centro e periferia con l'esercizio da parte degli enti territoriali di un eccesso di autonomia fiscale. Il rischio è l'aumento della pressione fiscale e la concorrenza tra le regioni nel fissare propri tributi e relative aliquote» È possibile capire quanto costerà questo cambiamento? «Ci sono più studi al riguardo e ognuno dà una stima differente. L'obbiettivo comunque da tener ben presente è che il processo federal-fiscale non deve portare a un aumento della pressione fiscale. In ogni caso, come ho detto, il sistema è in evoluzione e ci si renderà conto delle esigenze e delle problematiche concrete nel corso delle tappe di costruzione». Cosa cambierà per il cittadino? «Si avvicina il gettito prodotto alla spesa. Il cittadino più facilmente si renderà conto se una maggiore imposta a livello regionale ha una sua destinazione concreta, ad esempio, in una infrastruttura. Ci sarà un maggior controllo sulla spesa pubblica, che sarà rapportata alle effettive entrate. Infine si dovrebbe guadagnare efficienza col passaggio dal costo storico dei servizi ai costi standard, più economici e adeguati alla realtà concorrenziale».

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