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Se il bollino rosso fa rima con sospetto

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Si è ben pensato di rendere l'opera «consigliata ad un pubblico adulto» per via di una certa abbondanza di turpiloquio e di un allestimento sopra le righe che rende abitabile una enorme bambola nuda, snodata in tutte le posizioni, con personaggi che vivono e fuoriescono dalle sue viscere e dai suoi organi genitali. In discussione non è il valore musicale né la spettacolarità della messinscena che si ispira al surrealismo di Brueghel ma l'opportunità di quell'«avvertimento» al pubblico, non solo avvezzo al trasgressivo dalla Tv generalista, ma anche dallo stesso Teatro dell'Opera. Chi non ricorda infatti la Salomè nuda dell'edizione Albertazzi o i tanti ( troppi) immotivati glutei maschili in esposizione di tanti balletti firmati Menegatti, per non risalire alla iconoclasta Santa Susanna di Hindemith di anni fa imbanditi senza indugi? E perché certe «tutele» poste in essere a Roma e non a Bruxelles, dove l'opera ha debuttato nel medesimo allestimento? Forse per la straordinarietà di una città al contempo capitale politica ma anche religiosa? O solo un furbesco espediente per richiamare il pubblico in una stagione che invita piuttosto alla diserzione? Ai posteri (giorni) l'ardua sentenza, con tanto di pratiche scaramantiche in atto. Insomma anche di questa produzione in un modo o nell'altro si parlerà.

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