«Non rendiamo Venezia come Disneyland»
MarcoDolcetta Il nuovo simbolo di Venezia come lo intende Francoise Pinault, il magnate francese che anni fa ha acquisito Palazzo Grassi, ed oggi la Punta della Dogana, è una rana. L'animale è tenuto per una zampa da una mano destra di una statua di un adolescente dell'altezza di 2,5 metri in acciaio inox dipinto di bianco. È l'allegoria della fortuna, l'adolescente è una opera richiesta da Pinault all'artista Charles Ray. La vecchia allegoria della fortuna è una donna posata su un globo nel XVII secolo, sulla torre pensata dall'architetto Benoni che ricorda ai veneziani che, come i mari e i venti, la fortuna è capricciosa. Questa è l'allegoria della vecchia Punta della Dogana. Sono andato fra quelle statue, in una sala della Punta della Dogana, sotto il cavallo di Maurizio Cattelan. Con me c'era Pierre Rosenberg, già Direttore del Louvre, e che alterna la sua residenza oggi fra la rue De Vaugirard, a Parigi, e Dorsoduro a Venezia. «È per l'occasione dell'inaugurazione storica di questo straordinario ambiente, finalmente rimesso a disposizione di tutti qui a Venezia, parlo della Dogana Vecchia. Non amo affatto tutto l'insieme delle manifestazioni mondane che durano un weekend e fanno rassomigliare Venezia a una Disneyland per presunti intellettuali, cosa che da un forte senso di frustrazione agli abitanti. Sa, non sono rimasti molti, nella Venezia di tutti i giorni, quella che io amo molto». Pierre Rosenberg, lei è stato l'artefice per tanti decenni della ristrutturazione del Louvre e addirittura per la intelligente formula di esportazione a livello internazionale del modello museale del Louvre. «È mia intenzione continuare nonostante la mia non più tenera età a girare per il mondo al fine di mettere a disposizione la mia esperienza per vari musei esistenti o che verranno. Oggi stesso parto per Mosca, poi faccio sempre ritorno a Parigi e Venezia. Altre iniziative che intendo portare avanti è quello di integrare con dei miei numerosi interventi, videoregistrati anni fa da Federico Zeri sulla storia dell'arte internazionale attraverso i secoli...io ero un grande amico di Zeri e mi aveva fatto grande piacere che, negli ultimi anni della sua vita, fosse potuto diventare un accademico delle arti, anche in Francia, dove ancora oggi viene considerato uno dei massimi conoscitori dell'arte». Lei ha una concezione tradizionale della d'arte, un uomo di cultura completo, si potrebbe stare delle ore a discutere con lei di letteratura antica, ma anche contemporanea, di cinema, di teatro e anche di poesia. «Ezra Pound abitava a poche centinaia di metri da casa mia, proprio là, vede... ».