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"La mia fiction poliziesca ricca di azione e umanità"

Il comico Enrico Brignano

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Questa sera Enrico Brignano torna in video: sarà il protagonista del film tv «Fratelli detective», in onda in prime time su Canale 5. L'attore comico romano ha, però, altri progetti che spaziano dal cinema al teatro.  Intanto parliamo di «Fratelli detective». «È la storia di un ispettore di polizia, Francesco Forti, da me interpretato, che alla morte del padre, scopre di avere un fratellastro. Il bambino, 13 anni, è un piccolo genio e gli sarà di grande aiuto nelle indagini. Tra i due si instaura un rapporto di complicità. Il racconto è pieno di valori positivi e di azione».  Sembra che lei sia dappertutto, oramai. «È vero. È il mio momento e ne sono fiero.Intanto, ad Agosto inizio la stagione estiva con lo spettacolo Le parole che non ti ho detto, in tour nel Lazio e in Toscana. Il 12 giugno sarò al cinema con il film "Un'estate ai Caraibi" ed il 15 inizio le riprese di "La vita è una cosa meravigliosa" con Vincenzo Salemme e Gigi Proietti. E in autunno torno in tv con due speciali di "Zelig"».  La satira, a suo parere, gode buona salute? «La satira quando è offensiva perde il proprio fascino. In particolare la satira politica azzanna le vittime sulle quali spesso dice cose incresciose. Ed a me questo non piace. Io desidero far riflettere la gente sulla quotidianità, in maniera leggera, senza mai offendere».  Qualcuno la definisce l'Aldo Fabrizi del terzo millennio... «Per me sarebbe un privilegio assomigliare al grande Fabrizi. Vorrei davvero diventare qualcosa di duraturo nell'universo della comicità. Oggi i comici si utilizzano come i detersivi, sono usa e getta. Se hanno un tormentone vanno bene per quel periodo. Poi finiscono nel dimenticatoio. Io sto cercando di diversificarmi, di trovare la mia strada restando nel tempo in cui viviamo». È vero che all'inizio non voleva partecipare a «Zelig»? «La mia presenza nello show di Italia uno è arrivata per caso. Si, è vero, avevo delle perplessità, temevo di perdermi nella vastità dei comici protagonisti. Io ho necessità di avere i miei tempi per raccontare, ho una mimica, una gestualità a cui non posso rinunciare. Invece l'esperimento "Zelig" si è rivelato vincente». In che senso? «"Zelig" mi ha consentito di ringiovanire il mio parterre di pubblico abituale perché è seguito anche da bambini e giovani. Si tratta di una platea differente dalla prima serata di Raiuno".

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