Donne da Eliseo
Tiberiade Matteis La prossima stagione dell'Eliseo è promossa con uno slogan che merita di essere diffuso: «Rinuncio a tutto. Non al teatro». Lo storico spazio romano sfida la crisi con un cartellone di 23 spettacoli tra sala grande e piccola, più i progetti speciali, gli eventi e le serate. Dopo gli ottimi dati dell'ultima stagione con 170 mila presenze, 497 recite, 13 produzioni, 27 spettacoli e 7 progetti speciali, l'impegno procede con proposte di qualità per tutti i gusti. Si inaugura in partnership con RomaEuropa Festival con «Woyzeck on the Highveld» il 30 settembre, seguito da Massimo Venturiello e Tosca in «Musicanti. Sonata a Cosimina» dall'8 ottobre, mentre Rossella Falk è la protagonista del nuovo testo, scritto e diretto da Cristina Comencini, «Est Ovest» dal 13 ottobre. Massimo De Francovich e Daniela Giovanetti incarnano «La notte dell'angelo» di Furio Bordon dal 3 novembre, lasciando il posto a Massimo Ranieri con «Polvere di Bagdad», diretto da Maurizio Scaparro dal 16 novembre. Umberto Orsini si dedica a «Il dio della carneficina» di Yasmine Reza con il quartetto formato da Anna Bonaiuto, Alessio Boni, Michela Cescon e Silvio Orlando. Gian Marco Tognazzi e Bruno Armando si cimentano dal 26 gennaio con «Die panne» di Dürrenmatt, adattato da Edoardo Erba, con regia di Armando Pugliese, mentre Isa Danieli è «Ecuba» dal 16 febbraio. Maria Paiato recita in «Quattro atti profani» di Antonio Tarantino dal 2 marzo e Galatea Ranzi è «La locandiera» goldoniana secondo Pietro Carriglio dal 16 marzo. Leo Gullotta replica «Il piacere dell'onestà» dal 6 aprile, che l'anno scorso ha incassato 285 mila euro soltanto all'Eliseo, e Catherine Spaak anima «Vivien Leigh. L'ultima conferenza stampa» dal 20 aprile. Nicola Piovani celebra il teatro come «il luogo più consono ad accogliere la musica» con «Epta. Suite strumentale in sette movimenti per sette elementi». Dall'11 maggio torna l'intrigante e perfetto «Copenaghen» con i tre straordinari interpreti Orsini, Lojodice e Popolizio. Il Piccolo Eliseo punta sul contemporaneo e le nuove generazioni, ma parte con il film «L'ultimo Pulcinella» con Massimo Ranieri, diretto da Scaparro, e chiude con Pino Caruso in «Mi chiamo Antonino Calderone» di Dacia Maraini, da «Gli uomini e il disonore» di Pino Arlacchi.