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Va in scena il gran raggiro alla francese

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Truffe, stangate, doppi giochi, anzi tripli. E naturalmente soldi. Molti fabbricati da falsari, moltissimi destinati a scaturire da una ventiquattr'ore piena zeppa di diamanti. La polizia, però, non solo non sta a guardare, ma guarda perfino troppo, con una bella poliziotta che, infiltrata fra i truffatori, seduce, si fa sedurre e pensa anche un po' ai fatti propri... Cinema francese. Con una bella tradizione in fatto di raggiri. Vi si inserisce adesso un regista, Enric Besnard, che ha scritto molti testi per la Tv ma ha diretto anche qualche film. Al centro della sua storia ha messo il classico ladro gentiluomo, il Cash del titolo che finisce per impigliarsi in una faccenda in cui un abile capobanda sta preparando un colpo grosso per impossessarsi si un ingente quantitativo di diamanti. Di fronte una polizia all'erta, con tutti i mezzi e le tecniche più moderne ma, ancora una volta, con il vecchio stratagemma dell'infiltrato, la bella poliziotta, appunto. Prima a Parigi, in alberghi di lusso, poi in Costa Azzurra, in alberghi anche più lussuosi. Si corre sempre, gli intrighi si susseguono agli intrighi e non si finisce mai di essere sorpresi perché, ad ogni svolta, le situazioni vengono ribaltate e pochi mantengono le fisionomie con cui ci erano stati inizialmente presentati. Fino a un'ultima sorpresa che avrà tutti i colori della beffa. Il tono punta alla commedia, anche quando imita i polizieschi. I personaggi, spesso sembrano proporsi come delle caricature (pur fingendo costante serietà) e le situazioni che li hanno al centro filano via rapide forse anche per non darci il tempo di cogliervi in mezzo qualche incongruenza e certi snodi così complicati da risultare poco verosimili. Il divertimento c'è (come sempre del resto in queste storie in cui nessuno è mai quello che sembra) e lo facilitano degli interpreti che, i più noti, anche se la vicenda qua e là li smentisce, non perdono mai colpi. Specialmente la nostra Valeria Golino che, nei panni furbi della poliziotta, gioca sull'ambiguità quasi tutte le sue carte. Il capobanda è Jean Reno, con occhiali neri e barbetta, il falsario protagonista è Jean Dujardin, poco noto da noi, ma in Francia fa faville.

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