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L'eroismo della bicicletta pedala sulle note dei Têtes de Bois

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Ilnuovo, poliedrico e affascinante progetto dei girovaghi Têtes de Bois è ancora una volta un amore, un grande amore dichiarato: la bicicletta. La bicicletta in tutte le sue sfumature possibili, la bicicletta degli eroi, della fatica, quella delle montagne, degli orizzonti aperti, dell'attesa, quella del business e delle carovane pubblicitarie, la bicicletta partigiana, la bicicletta contadina, la bicicletta della povertà, degli extracomunitari che tornano di notte ubriachi e senza luci sulle strade statali, la bicicletta delle belle ragazze vestite leggere e degli amori a primavera, la bicicletta alla radio e alla tv, la prima volta della bicicletta senza rotelle che da sempre lega in un momento unico padri e figli. L'Italia delle cronache, della mitologia individuale e collettiva, l'Italia del presente attraverso la bicicletta. Nel centenario del Giro d'Italia i Têtes de Bois inseguono per la penisola i ciclisti con i «Riciclisti» e li aspettano all'Auditorium il 31 di maggio. Nuovi brani inediti e interpretazioni celebri, storie e poesie a firma di Andrea Satta e di grandi poeti che hanno affidato alle due ruote le loro emozioni, nella cornice di una radiocronaca mozzafiato in cui due gregari, Francisco Galdos e Fausto Bertoglio, si contendono nell'ultima tappa sui tornanti dello Stelvio il Giro d'Italia del 1975 con soli 40 secondi di distanza l'uno dall'altro. Sullo sfondo, le immagini e le visioni su sabbia di Licio Esposito. In «fuga dal gruppo» dei Têtes gli immancabili amici e ospiti, tra cui Moni Ovadia e Sergio Staino. L'appuntamento stasera alle 21 in Sala Petrassi

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