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Il cammino verso la fede dei giovani che la cercano

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Ilfatto che sempre più giovani si allontanano dalla pratiche religiose (pur ammettendo di rimanere credenti e di conservare la fede) non è notizia da prima pagina. E invece ora è uscito un libro dedicato, proprio, a loro: «Liberi di credere - I giovani verso una fede consapevole» (ed. In dialogo). L'autore è più che autorevole: il Cardinal Carlo Maria Martini. Il testo raccoglie per la prima volta tutti gli interventi del Cardinale durante il suo lungo magistero come arcivescovo di Milano dal 1980 al 2002, in occasione dei tre momenti - «Scuola della Parola», «Assemblea di Sichem» e «Sinodo dei giovani» – in cui Martini ha voluto dialogare e interrogarsi insieme ai giovani sulla professione della fede cristiana. Il volume inizia con una lettera che il cardinale rivolge «ai giovani che non incontro». Scrive Martini ai potenziali interlocutori che «avrebbe voluto fermare per le vie del centro, in qualche birreria, davanti a un pub» (e non l'ha fatto) spinto soltanto «dal desiderio di dialogare e cercare di capire» senza «tendere tranelli, evitando le prediche». «Prova a interrogarti sulle verità che stanno nel più profondo di te - esorta Martini - Non esitare a porti domande fondamentali. È un tuo diritto interrogarti per conoscerti nelle tue luci e nelle tue ombre, per sapere da dove vieni, dove stai andando, che senso ha la tua vita». Non ci sono ricette preconfezionate, non ci sono verità assolute. Ai suoi lettori Martini fa solo una proposta che definisce «audace»: Cerca di conoscere Gesù. Ed ecco l'invito a leggere il Vangelo («se non lo possiedi chiedimelo: te lo regalerò volentieri!) «Quando lo conoscerai lo sentirai vicino, amico, vivo. E quando farai l'esperienza di far sbocciare un sorriso, accendere una speranza nella vita degli altri, t'accorgerai che anche nella tua vita ci sarà più luce, più senso, più gioia». Molti giovani, spiega Martini, a un certo punto, rifiutano l'oratorio e la Chiesa perchè li considerano impedimenti, intralci, alla vita che pulsa fuori. «I preti.... vogliono convertirti a tutti i costi, io non voglio farmi ammaestrare da nessuno» ebbe a scrivere un certo Cristian (ma il nome è fittizio) allo stesso cardinale. E l'uomo di Chiesa non bacchetta e non sale sul pulpito a fare predicozzi. Piuttosto propone di «cambiare le carte in tavola». Dice Martini ai suoi giovani: «Invita i tuoi amici a casa tua, anche qualcuno dell'oratorio, il prete...» per parlare proprio di quello che non va, dei problemi dei motivi che ti hanno spinto ad allontanarti da Dio e dalla Chiesa. I giovani si chiedono spesso: «Che senso ha la vita? Che cosa faccio per gli altri? Sono capace di amare, o forse, mi illudo di saperlo fare?». Carlo Maria Martini sa quello che si deve fare: «Qualcosa di concreto per gli altri». L'impegno vero, il volontariato: la commozione e la gioia di sentirsi utile per qualcuno. In fondo non è necessario chiedersi quante persone ci sono amiche. Meglio sapere di quante persone siamo amici. C'è più senso, più gioia nel far sbocciare un sorriso e «accendere una speranza negli altri». Nel libro anche gli interventi del Cardinal Martini per il cammino «Sentinelle del mattino». L'espressione fu usata da papa Giovanni Paolo II in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù di Roma: «La nostra Chiesa attende da voi che ci aiutate a scrutare l'orizzonte della speranza, a vedere il sole della vittoria di Cristo risorto che sta illuminando le oscurità del mondo». I giovani sono protagonisti, a dispetto di una società che li tiene ai margini. Fu proprio Giovanni Paolo II a parlare di Martini come un «modello di vescovo che espone la Parola di Dio al popolo». Benedetto XVI lo ha definito «un vero maestro dell'accostamento alle Scritture». Ma qual'è il segreto di questo grande comunicatore di Chiesa? Lo dice Luigi Accattoli nella prefazione: Martini non presenta dottrine, propone il Vangelo.

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