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Roberto Saviano: "La camorra teme i miei lettori"

Roberto Saviano

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{{IMG_SX}} Non è certo facile vedere Roberto Saviano in veste pubblica o in cerimonie ufficiali come quella che si è svolta ieri nella prestigiosa cornice di Villa Medici, a Roma, per la consegna dei Nastri d'argento speciali. «Gomorra» ne ha ricevuti 4: al film, al regista, al produttore e allo scrittore. Ad accogliere il giornalista noto in tutto il mondo per il suo best seller, c'era il direttore dell'Accademia di Francia Frédéric Mitterand e Laura Delli Colli, presidente del Sngci che ha presentato la serata. Blindatissimo e scortato dalle sue inseparabili guardie del corpo, Roberto Saviano è salito sul palco accompagnato dal produttore Domenico Procacci e dal regista Matteo Garrone, che hanno trasposto la sua opera sul grande schermo. Applausi interminabili. Quasi una standing ovation, la stessa che lo accolse - ma in sua assenza - a Copenhagen per la vittoria degli Efa. «Mi muovo poco, faccio poche cose, ma stasera è capitato che potessi venire qui - ha detto con semplicità lo scrittore vestito in modo informale -. Il miracolo della storia sta nel fatto che non è piaciuta solo ai critici, ai lettori forti, a chi ama il cinema e la letteratura. Ma è arrivato a un numero incredibile di persone. Era impensabile. Tante persone hanno deciso di comprarlo. Molti mi chiedono come un libro scritto da un 26enne potesse dare fastidio a un potere enorme che gestisce milioni di euro. In realtà, non faccio paura io, né le mie parole, ma i lettori e non solo nel sud Italia. Quando qualcuno sente che si tratta di storie che gli appartengono, quel potere ha paura. La camorra teme tutti coloro che leggono il mio libro. Il miracolo è lì, la forza nasce da questo. Sempre più spesso, negli ultimi tempi, mi ronzano in testa le frasi di Enzo Biagi, quando lo intervistai e gli chiesi cosa si potesse fare in un contesto sociale e politico di crisi generale. Lui mi rispose: "L'unica resistenza possibile è fare le cose bene"».

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