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Cannes, i "bastardi" di Tarantino approdano sulla Croisette

Quentin Tarantino, Melanie Laurent e Diane Kruger

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«Inglorious Basterds» è infine sugli schermi della kermesse, con le sue due ore e mezza di war movie truce e semplice mutuate alla larga da uno dei suoi (tanti) cult, guarda caso un film italiano diretto nel 1977 da Enzo G. Castellari e intitolato «Quel maledetto treno blindato», ovvero «Ingloriuos Bastards» per il mercato internazionale… Ecco il motivo della sgrammaticatura che insidia il titolo di questo sesto lungometraggio tarantiniano, che prende fa del film di Castellari un omaggio piuttosto che un vero e proprio remake. Resta lo spunto iniziale fornito dal drappello di soldati americani infiltrati nel territorio della Francia occupata dai tedeschi, ma Tarantino si diverte a costruire una narrazione ovviamente più ampia e complessa, in cui la scansione in capitoli disloca sulla scacchiera del racconto i diversi attori: i soldati americani guidati dal truce capitano Aldo Raine (un Brad Pitt a muso quadrato, in stile Cary Grant) sono in Francia col compito di guastatori psicologici, essendo la loro missione quella di fare fuori più SS possibile e nella maniera più cruenta ed eclatante possibile, prendendo i loro scalpi per seminare terrore. Contemporaneamente seguiamo le sorti di Shosanna, una ragazza ebrea scampata all'esecuzione della famiglia da parte delle SS, che ritroviamo a Parigi, a gestire un cinema lasciatole in eredità dalla zia morta, amabilmente insidiata da un giovane soldato tedesco, in realtà un eroe di guerra (come cecchino ha ucciso centinaia di americani in Italia) al quale Goebbels ha dedicato un grandioso film destinato a catalizzare lo spirito patriottico dei tedeschi. Il destino di tutti i personaggi si intreccerà durante la prima di questo grande film, organizzata nel cinema di Shosanna, cui saranno presenti Hitler e tutto il cuore del sistema nazista. Ma a vegliare sulla sicurezza della serata c'è l'infallibile e perfido colonnello tedesco Hans Landa, che già aveva scovato e sterminato la famiglia di Shosanna ed ora scopre il complotto ordito contemporaneamente sia dai soldati americani di Raine che dalla giovane ebrea e dal suo proiezionista nero. Come nella migliore tradizione del cinema d'azione popolare, «Inglorious Basterds» si concluderà nel fragore più ampio e assoluto, al termine di una lunga sequela di eventi gestiti da Tarantino (autore unico anche della sceneggiatura) con la solita prolissità di situazioni e dialoghi che lo caratterizza. Messi da parte gli eccessi dei fan, che al culto tarantiniano riservano applausi ed entusiasmi al solito esagerati, va detto che Tarantino anche in questa circostanza sembra sprecare gran parte del suo talento in un fraseggio cinematografico in cui gli oggetti di culto, la passione, la sintassi filmica, l'intelligenza organizzativa della scena e dello script costituiscono una alchimia che solo raramente funziona. È accaduto in «Reservoir Dogs», «Pulp Fiction» e soprattutto in «Kill Bill», ma per il resto questo talentuoso regista non è riuscito a compiere davvero ciò che da lui fiduciosamente e a buona ragione ci si aspetta.

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