Mussolini fatuo e pavone un ritratto che farà storia
.Un intreccio difficile, ma pienamente riuscito. La storia: in gioventù Benito Mussolini, in un'epoca lontana dalle foto ufficiali che conosciamo, quando aveva qualche capello e dei gran baffoni, conobbe una facoltosa ragazza di Trento. Si amarono ed ebbero anche un figlio. Una famiglia che poi, dopo la prima Guerra Mondiale, Mussolini fece di tutto, lecito e illecito, per far sparire. Nello svolgersi degli eventi, ritmati da un montaggio serratissimo e ritmi da thriller, il futuro duce degli italiani appare un personaggio isterico, da operetta, un cialtrone al quale interessa molto il sesso, consumato con nevrosi ed egoismo e poi il potere, la prevaricazione. Un ritratto inedito, estremamente riuscito. Lei, Ida Dalser, impersonata da una bellissima Giovanna Mezzogiorno, è un'eroina senza tempo, una specie di suffragetta che si infrange come un'onda, impetuosa, ma fragile, contro lo «scoglio» Benito. La ricostruzione storica si piega alle esigenze della narrazione e della poesia: rapiscono gli occhi le belle scene dell'Italia inizio secolo e la descrizione di personaggi «puri»: infuocati da sentimenti incontenibili e distruttivi. Come in «Buongiorno notte» la creatività di Bellocchio trabocca dai vincoli della pura ricostruzione ed offre un dramma che è eterno, storia di vita e di tutte le epoche. I protagonisti danno il meglio di loro in un racconto di fronte al quale non è possibile non commuoversi e non prendere parte. Un melodramma, forse, ma costruito da un maestro.