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Il sapore della cenere

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Tiberiade Matteis Violenza domestica e schiavitù infantile, matrimoni combinati per interesse e tratta di persone sono solo alcuni dei temi affrontati nello spettacolo «Il sapore della cenere» che si occupa di sensibilizzare il pubblico sul rispetto di diritti umani, individuali e collettivi, troppo spesso violati nei più diversi Paesi del mondo, senza l'immunità di nazioni generalmente considerate civile come la stessa Italia. Allestito da martedì al 21 maggio all'Eliseo di Roma con futura stagione fra 2010 e 2011, l'evento può vantare la partecipazione in video di Piera Degli Esposti, Enrico Lo Verso e Alessandro Preziosi, che intervengono con le parole del drammaturgo cileno Ariel Dorfman a cui si deve il testo, ispirato dal volume «Speak truth to power (Voci contro il potere)», pubblicato da Kerry Kennedy, figlia di Robert, raccogliendo interviste ai più importanti difensori dei diritti umani nel mondo. Sul palco animano le diverse e traumatiche vicende gli attori Ilenia Caleo, Piergiuseppe Di Tanno, Lydia Giordano, Ugo Piva, Giada Prandi, Maria Noemi Regalia, Alessandro Riceci, Ulisse Romanò e Chiara Tomarelli, diretti dal regista e coreografo colombiano Juan Diego Puerta Lopez. «Si devono ascoltare queste storie perché in teatro ci sono la religiosità e la concentrazione necessarie per comprendere - ha dichiarato Piera Degli Esposti -. Il dialogo è l'unica strada da percorrere per conquistare la pace e da questa rappresentazione emerge un messaggio di speranza». «Storie con l'iniziale minuscola diventano simboli di chiunque sia costretto a lottare per la propria integrità fisica e morale - ha spiegato Enrico Lo Verso -. Il teatro è la voce più libera, forse perché è la meno ascoltata. Questa è la sua forza immensa, garanzia di un futuro sempre più decisivo». Alessandro Preziosi sente invece «il dovere di parlare dei diritti umani: è un argomento che devo dibattere anche con i miei figli. L'educazione è un passaggio fondamentale e nelle scuole il teatro potrebbe insegnare e diffondere valori più e meglio dell'educazione civica». Una riflessione scenica che non intende fornire risposte o tirare conclusioni prestabilite, ma risvegliare l'attenzione degli spettatori su un problema che riguarda tutta l'umanità.

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