Jackson Browne
GabrieleAntonucci Jackson Browne, uno dei più importanti cantautori americani, protagonista della scena musicale da oltre trentacinque anni, torna stasera alle 21 alla sala Santa Cecilia dell'Auditorium. Browne rappresenta un'icona per quella generazione, cresciuta negli anni Settanta con il mito del sogno americano, che ascoltava il rock della West Coast e che partecipava attivamente alle manifestazioni pacifiste e ambientaliste. Tematiche che il cantautore ha portato avanti anche negli anni successivi, rimanendo fedele al suo caratteristico sound a cavallo tra rock e canzone d'autore, raffinato nei testi ma al tempo stesso accessibile a tutti. Non a caso una delle sue canzoni più celebri è «Take it easy» (Prenditela comoda), scritta dapprima per gli Eagles e poi incisa anche nel suo album «For everyman», quasi un manifesto della sua musica raffinata e mai invadente, il cui messaggio, però, arriva dritto al cuore. Uno stile che troviamo immutato anche nel recente «Time the conqueror», nel quale la sua voce calda e inconfondibile si fonde perfettamente con il piano e la chitarra. Prevalgono anche nel nuovo album le canzoni politiche come «The drums of war», «Where were you» e «Going down to Cuba» che faranno tornare indietro nel tempo gli irriducibili sessantottini, anche se la canzone più convincente risulta la title-track intimista «Time the conqueror», un vero gioiello. Non tutti sanno che Jackson Browne, pur essendo un simbolo della musica californiana, è nato in realtà ad Heidelberg, in Germania, ma ha trascorso la sua infanzia nella amata Los Angeles, inesauribile fonte di ispirazione negli anni a venire. Inizia la sua carriera nel 1966 entrando a far parte della Nitty Gritty Dirt Band, un gruppo di culto nella scena «alternativa» di Los Angeles. Di fondamentale importanza il suo trasferimento al Greenwich Village di New York, dove inizia a suonare per Tim Buckley e compone canzoni per Eagles, Byrds e Nico, la musa di Andy Warhol. Risale al 1972 il primo disco solista, intitolato semplicemente «Jackson Browne», che si avvale della collaborazione di alcuni tra i più importanti musicisti californiani, tra cui David Crosby dei leggendari Crosby, Stills and Nash. I successivi «For everyman» del 1973 e «Late for the sky» del 1974 sono ancora oggi considerati dalla critica due dei suoi migliori album, con singoli di successo come «Take it easy», «These days», «Before the deluge» e «Fountain of sorrow». Il suicidio della moglie Phillys è causa di una lunga pausa, interrotta nel 1976 da «The Pretender», il suo maggiore successo commerciale. Negli anni Ottanta Browne accentua la vena politica nei suoi dischi, mentre negli anni Novanta ritorna allo stile da cantante confidenziale che caratterizzava i suoi esordi.