In 800 mila a piazza San Giovanni per abbracciare Vasco Rossi
.E così è stato. La festa dei lavoratori ha richiamato in piazza San Giovanni oltre 800 mila persone che, dall'alba fino a mezzanotte, hanno celebrato «ordinatamente» il rito annuale del Primo Maggio. Che sarebbe stato il concertone di Vasco Rossi lo si era capito fin dal primo pomeriggio, quando gli «irruducibili» del rocker di Zocca hanno cominciato a invocare il suo nome. Ben sapendo che mancavano ancora molte ore prima dell'esibizione. E che è stato il concertone di Vasco Rossi lo hanno dimostrato anche i dati Auditel: quando Blasco è salito sul palco, gli ascolti di RaiTre sono praticamente triplicati. Vasco gongola e con lui tutto il suo staff che ammette: «È stata una partecipazione totale. Vasco era felice. Meglio di così non si poteva fare. Il pubblico di San Giovanni è sempre rispondente. Recepisce dentro e fuori. È stata una confezione che aveva un senso». E già, il pubblico di San Giovanni. Composto e tranquillo dall'inizio alla fine. Certo, non sono mancati gli inevitabili interventi dei sanitari che hanno soccorso 947 persone, la maggior parte colpite da svenimenti per il caldo o per la ressa. E non si è fatta attendere neppure l'attività delle forze dell'ordine che hanno arrestato 53 persone per droga. In ogni caso l'evento è filato via liscio. Soddisfatto il sindaco Alemanno che ha detto: «L'evento è riuscitissimo, oggettivamente un grande successo di pubblico e organizzativo». Protagonista indiscussa della kermesse è stata la musica. Sul palco si sono succeduti esperimenti di «manipolazione genetica» delle sette note, con supergruppi formati ad hoc. Come quello che ha visto suonare insieme Manuel Agnelli degli Afterhours e Cristiano Godano dei Marlene Kuntz. Spazio fin dal pomeriggio agli emergenti del rock nostrano. In prima fila Malfunk, Marta sui Tubi, Roberto Angelini, Apres La Class e Roberto Angelini. E poi tra un Caparezza e l'altro (l'esibizione del rapper pugliese è stata interrotta dal Tg3) i grandi «vecchi» targati Nomadi e Pfm. Fino all'apoteosi finale, quando il complesso bandistico dell'Aquila ha intonato «Il mondo che vorrei» di Vasco Rossi. Ma la piazza voleva l'originale. Il Blasco nazionale. Dieci brani a cavallo tra «Stupendo!» e «Un senso», cantata su esplicita richiesta di Sergio Castellitto che voleva provare ancora una volta il brivido di «Non ti muovere». E questa volta il brivido l'hanno provato anche gli altri 800 mila, stretti uno sull'altro. Quelli che Vasco ha definito dal palco «tutti belli e buoni, votiamo tutti Berlusconi».