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Ecco i tesori invisibili dei depositi museali

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.La tela scrostata, i colori, stesi dal Cavalier d'Arpino, svaniti. Il dipinto è stato recuperato dai carabinieri della Tutela del patrimonio culturale nel 2008. Una banda di ladri l'aveva sottratto nel 2004 insieme a una Madonna con Bambino dal Complesso di Santo Spirito in Sassia a Roma. I due capolavori, tornati alla luce grazie all'opera delle forze dell'ordine, sono nel catalogo della mostra allestita nelle Sale Paoline di Castel S. Angelo. Quest'anno la rassegna, organizzata dal Centro europeo del Turismo, è andata oltre. Non solo l'«arte ritrovata» e sottratta ai predatori ma anche «l'arte invisibile», quella che giace dimenticata nei depositi dei musei italiani. Un patrimonio artistico sommerso che difficilmente vede la luce e di cui il pubblico può fruire. «Basti considerare che nella sola Regione Lazio sono visibili quasi 4 milioni di reperti e opere artistiche a fronte però di oltre 7 milioni di pezzi che censiti e catalogati conservati nei depositi - ammette il sottosegretario Francesco Giro - È un vasto materiale che i funzionari delle nostre soprintendenze e gli studiosi del mondo accademico possono senz'altro studiare sotto il profilo culturale, ma che comunque resta invisibile ai cittadini». Così fino al 29 luglio ritornano alla luce e alla meraviglia di visitatori un'inedita scultura lignea Sant'Anna Metterza di scuola tedesca rimasta custodita fino ad oggi nei depositi del Museo di Palazzo Venezia. Sempre da un deposito ma questa volta della Camera dei deputati il «Ritratto di giovane» firmato da Pietro Liberi. Opere concesse dai musei di Capodimonte, da Palazzo Pitti, dal Museo Pigorini, dalla Pinacoteca di Brera. Un viaggio tra l'arte ignota che si alterna con quella depredata spesso proprio nei depositi sempre poco protetti e oggi recuperata. I bronzi di Ercolano del I° secolo dopo Cristo. I Crateri a figure rosse rubati dal Museo archeologico di Cerveteri e recuperati dalle Fiamme Gialle. Meraviglioso nel suo tratto, seminascosto in una nicchia appare, l'olio su tela di Rubens che esalta il candore delle Tre Grazie nella loro pudica nudità. «Tesori invisibili» vuole essere lo stimolo per trovare nuove scenografie alle tante opere esposte solo negli scantinati dei musei e delle sovrintendenze. È il sottosegretario Giro che avanza una proposta. Quella «di far circolare le opere d'arte cercando di individuare in Italia nuove superfici espositive nei musei, ma non solo, coinvolgendo anche centri e istituti culturali nazionali interessati a raccogliere le opere garantendone condizioni di sicurezza e tutela. Un altro obbiettivo praticabile è quello di mostrare le opere all'estero utilizzando come luoghi espositivi le Ambasciate italiane all'estero, gli Istituti di Cultura e i musei internazionali».

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