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Una "riunione di famiglia" tra dramma e ironia

Thomas Vinterberg

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Il film, già passato al festival di Roma nella sezione «L'altro cinema-Extra», uscirà nelle sale giovedì distribuito da Teodora. Tutto si svolge in una cittadina danese, in subbuglio perché si stanno per celebrare i 750 anni della nascita della città e il celebre cantante d'opera Karl Kristian Schmidt (Thomas Bo Larsen), nato e cresciuto lì, torna a casa per l'occasione. Intanto, il giovane cuoco Sebastian (Oliver Moller Knauer), che sta per sposarsi con Claudia (H. Reingaard Neuman), viene attratto dalla passionale Maria (R. Mannov Olesen). Mentre il 60enne cantante d'opera cerca di ritrovare vitalità nell'incontro erotico con la persona più sbagliata: l'inquieta Maria, amante del figlio (Sebastian) che Karl non sapeva nemmeno di avere. Vintenberg, ieri a Roma con l'attrice Brigitte Christensen, ha confessato di avere ormai poco a che fare con il manifesto di Dogma, (nato nel '95 su rigorose regole artistiche): «Quello era un movimento arrogante e rischioso, persino suicida. Ormai è morto, contestava il cinema convenzionale ma alla fine è stato intrappolato dalle sue stesse convenzioni - ha spiegato il cineasta -. Se "Festen" era un film a caccia di giustizia, questo è invece alla ricerca di luce e calore. Mi sono ispirato ai film di Fellini, al suo amore per le belle donne, il cibo e i paesaggi, con l'obiettivo di mostrare che la famiglia perfetta non esiste. Sono cresciuto in una comunità hippy, con donne forti, 14 persone intorno e tanta gente che girava nuda. In Danimarca domina una società matriarcale, è facile vedere per strada i mariti che spingono la carrozzina con il bambino mentre la moglie al telefonino parla di affari. Ho raccontato la parabola esistenziale di un uomo attraverso due personaggi maschili: il giovane Sebastian, puro e timido, e il vecchio Karl, depravato e alcolizzato».

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