Eastwood: «A Sergio piaceva fare le cose in grande»
«Ero abituato a girare in posti dove le riprese erano fatte su una scala molto più piccola - aggiunge Eastwood ricordando il suo lavoro con Leone - mentre lui girava in luoghi grandi, una cosa che mi piaceva. Era un fan di John Ford e simili. Voleva fare le cose in grande». Leone e Eastwood s'incontrarono un po' per caso un po' per necessità all'inizio degli anni Sessanta: il regista, sconosciuto, cercava attori che costassero poco. Eastwood, ancora più sconosciuto di Leone, accettava qualunque parte. Per girare «Per un pugno di dollari», uscito nel '64, Leone disse a Eastwood di procurarsi gli abiti e quanto altro gli serviva. Clint comprò dei sigari Virginia: «Mi sembrava che in un western ci stessero bene» e buona parte della sua espressione sprezzante è dovuta proprio a quei sigari: «Erano cattivissimi». Insieme i due girarono ancora «Per qualche dollaro in più», del 1965, e «Il buono, il brutto, il cattivo», 1966. Divennero famosi in tutto il mondo. Poi il loro sodalizio si interruppe, Eastwood cercava altre esperienze, Leone, che aveva il suo bel caratterino, la prese male e non si parlarono per un po'. Si riconciliarono una sera, a cena, a Roma, poco prima della morte del regista. Eastwood era nella capitale per presentare «Bird», il suo film su Charlie Parker. Leone lo invitò a un pranzo con Lina Wertmuller. Se mai c'era stato del rancore, racconta Eastwood, Leone aveva deciso di dimenticarlo. «Era come se mi volesse dire addio - ricorda l'attore - era come se sentisse di essere vulnerabile».