Serricchio: i suoi scritti hanno il calore della Puglia

Lamusicalità del verso scinde felicità e dolore ("Oltre la solarità in ombra / e gli smeraldi cupi del mare, / piega il tuo cuore quaggiù, / Signore, ascolta il grido / e in un istante / spalanca il mondo intero"). Il tempo che invecchia, che rinvia, che fa paura, consente a Serricchio di rivisitare tra alberi e cieli, gabbiani e nuvole, il passato e le sue impronte profonde. Un senso creaturale invade la pagina, come una serena immagine del paesaggio pugliese, delle stelle notturne (stelle comete, potremmo dire, perché sembrano profeticamente indirizzare voci e sguardi). Un interrogativo risuona alto, solenne: la bellezza vince la morte? La domanda non svela neppure implicitamente la risposta, e il mistero abbraccia lo stupore quasi infantile ("Dove sei? Qui tra le braccia ti cerco / e non si ferma il ruotare del cielo"). Alessandro Moscè