Nella Roma dei conflitti
GiuseppePennisi Pare leggere una cronaca dell'Italia di questi decenni: una Roma dove s'intrecciano intrighi ed a Santa Maria in Vallicella (meglio conosciuta come la Chiesa Nuova)- là in quel di Corso Vittorio - si tessono mediazioni. Non siamo alle prese con un racconto relativo alla politica italiana del periodo tra il 1950 ed il 1990, ma con l'edizione critica di una partitura rara pubblicata qualche settimana fa da un piccolo, e coraggioso editore, «Betulia Liberata» di Pietro Metastasio e Pasquale Anfossi, a cura di Giovanni Pelliccia, prefazione di Friederich Lippman, introduzione di Mario Valente (MOS Edizioni 2008 pp 232 € 50). Nel testo non mancano le note critiche, un dettagliato apparato critico, schede comparative, una biografia di Pietro Metastasio, una biografia di Pasquale Anfossi, l'elenco delle intonazioni di «Betulia liberata». Il lavoro è stato commissionato dall'Oratorio dei Filippini a Roma dove fu eseguito (con ben circa 16 repliche l'anno) dal 1781 al 1794. Nel 1780, o giù di lì, a Roma la politica era caratterizzata da divisioni tra correnti, mediazioni, tensioni e crisi in una società in cui religione e politica erano due facce della stessa medaglia, l'illuminismo entrava nella cultura alta, la borghesia sfidava l'aristocrazia, la Controriforma perdeva terreno, avanzavano nuovi modi d'interpretare il dovere dell'evangelizzazione e la supremazia della Chiesa - i gesuiti - e si appannavano le vecchie maniere. Un saggio di Mario Valente pubblicato con l'edizione critica della partitura, rivela che il testo metastasiano venne, riveduto per inserirlo in una Roma in cui i conflitti per la successione alla corona d'Austria avevano accentuato le tensioni tra i "giansenisti" da un lato e gli ortodossi dall'altro; tra il primato teologico-politico del magistero della Chiesa romana, da una parte, e il clero della periferia, l'aristocrazia e la borghesia emergente. La Chiesa si pose come mediatrice tra interessi contrapposti sia nel proprio Regno temporale del Papa sia tra le case regnanti d'Europa. Per riaffermarne il primato anche politico, l'oratorio ritoccato finisce con un'aria a Maria "donna forte" e invincibile", assente nel testo metastasiano ed in versioni musicali precedenti a quella di Anfossi. L'edizione critica della partitura apre una finestra su un periodo politico-culturale poco studiato della vita di Roma ed ha anche riscontri immediati con la nostra attualità.