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Nella commedia di Venier Paolo Villaggio è un maestro di scienza e di saggezza

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Siamo in tempi di crisi e il nostro cinema, dopo averci detto dei piccoli problemi dei giovanissimi a scuola, si occupa adesso di quanti cresciuti, si vedono costretti ad affrontare problemi molto più seri. Ha cominciato Paolo Virzì con «Tutta la vita davanti», con i drammi, appunto, dei precari, è tornato sull'argomento appena ieri Federico Izzo con «Fuga dal call center», oggi è la volta di Massimo Venier dopo la sua lunga collaborazione con Aldo, Giovanni e Giacomo. Questa volta, però, pur tenendosi alla commedia, in cifre più pensose perché, su certi temi, non c'è molto da scherzare. Lo spunto sono le vicissitudini di Matteo, laureato con lode in matematica e ora impiegato in un'azienda da cui teme da un momento all'altro di essere licenziato, mentre, senza compenso, fa da assistente a un docente universitario vicino alla pensione. Aveva una fidanzata, che però lo ha lasciato anche se non mancano del tutto le donne nella sua vita: una dirigente nell'azienda in cui lavora (che sembra proteggerlo), una ragazza che si è aggiunta al collega come coinquilina aiutando i due nei loro problemi d'affitto... Venier, che si è scritto anche la sceneggiatura rifacendosi a un libro, «Generazione 1000 Euro» di Antonio Incorvaia e Alessandro Rimassa, si è mosso con disinvoltura tra questi personaggi, un occhio sempre attento alle situazioni che li avevano al centro e ai problemi di lavoro e sentimentali che ne scaturivano. Qua e la, appunto, ha cercato di far sorridere, in genere, però, ha privilegiato gli accenti seri, pur indulgendo, al momento di concludere, a un certo ottimismo. Gli interpreti corrispondono bene ai suoi intenti. Alessandro Tiberi («Aspettando il sole»), un versatile Matteo, Francesco Mandelli, il collega, Valentina Lodovini e Carolina Crescentini, le ragazze attorno. Irresistibile Paolo Villaggio come insegnante: sia di scienza sia di saggezza.

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