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"I miei amici precari, ironici e scanzonati"

Carolina Crescentini

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I protagonisti, Francesco (Francesco Mandelli), Angelica (Carolina Crescentini), Beatrice (Valentina Lodovini), Matteo (Alessandro Tiberi) e Faustino (Francesco Brandi), sono trentenni simpatici e pieni di grinta, nonostante siano privi di sicurezze e con pochi euro in tasca. Crescentini, qual è il profilo del suo personaggio? «Interpreto una donna in carriera, Angelica, un nuovo vice direttore marketing, ma sempre precaria, che piomba nell'ufficio di Matteo (Tiberi), un matematico costretto a fare un lavoro che non gli piace. Matteo divide la casa con un amico (Mandelli), con la passione per il cinema e la playstation, e con Beatrice (Lodovini), anche lei precaria nel mondo dell'insegnamento. Tra tutti, il mio è forse il personaggio più cinico, che si pone obiettivi e li raggiunge senza troppi scrupoli». Lei si sente una donna in carriera? «Non certo come Angelica, anche se è una donna capace di sorridere spesso con innocenza. Ma se la vedessimo tra qualche anno probabilmente non sorriderebbe più, perché è una donna sola, senza amici, sempre in viaggio per lavoro e in giro per gli alberghi con il suo trolley sempre pronto ogni giorno». Il mestiere dell'attrice è da sempre soggetto al precariato: come vive questa condizione? «È inutile negare che gli attori vivono spesso la paura del futuro, ma anche quella del presente, visto che sono costretti a stare sotto i riflettori. L'unica differenza tra gli altri precari è che il mestiere dell'attrice è dettato dal privilegio di una scelta. Molti precari spesso fanno invece lavori che odiano. Io stessa prima di diventare un'attrice affermata mi pagavo gli studi di recitazione facendo la barista, avevo 50 euro in banca e ogni mese mi chiedevo: "Come pagherò l'affitto?". Ma alla fine la passione e la voglia di farcela vince, un po' come accade ai ragazzi del film». Le figure femminili nel film sembrano più capaci di risolvere i problemi. «Sì, le donne sono più brave a cavarsela, nella società come nella famiglia, riescono a non lasciarsi condizionare, si rimboccano le maniche e non si arrendono». La pellicola è strategicamente indirizzata ai precari affinché possano identificarsi in questa storia? «Non so quanto ci sia di strategico nella scelta del film, ma certo in primavera tornerà l'iniziativa "Cincin Cinema" con i prezzi dei biglietti ridotti: magari anche chi ha pochi soldi potrà approfittarne». Si può mettere fine al problema del precariato? «Credo di sì, con ottimismo e grinta, ma anche con maggiore solidarietà tra le persone, che - perché no? - possono decidere anche di andare a vivere insieme per dividere le spese e non solo per amore».

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