"Hannah Montana" diventa film
Per la sua prima avventura cinematografica, il personaggio interpretato dalla giovane star internazionale Miley Cyrus dovrà fare i conti con la difficoltà di conciliare la sua doppia identità di cantante e di ragazza acqua e sapone, con un viaggio che la riporterà alle sue origini nelle praterie del Tennessee. Un problema, quello della celebrità, che riguarda anche la vita reale della protagonista. «Non è facile essere Hannah Montana, spesso devo lavorare tutto il giorno, ma di solito riesco a mettere da parte un pò di tempo per i miei amici» confessa alla presentazione italiana del film l'idolo Miley. Nonostante la sua fama ormai globale, la star ancora adolescente non risente troppo dell'invadenza di giornalisti e paparazzi: «I media spesso sono folli, ma fa parte del pacchetto. Se questo è il prezzo da pagare per continuare a realizzare il mio sogno, non mi pesa troppo accettarlo». Miley, assicura poi suo padre - il cantante Billy Ray Cyrus che la affianca in questa pellicola - «è una ragazza molto saggia, cerca sempre di fare le scelte migliori». Così liquidano entrambi anche il problema delle foto poco «disneyane» apparse su una famosa rivista americana, episodio già disconosciuto dalla famiglia Cyrus. «Anche se lavoriamo nel cinema la nostra vita non ha sempre un happy end. Non siamo dei mostri di perfezione che non sbagliano mai. Anche noi commettiamo i nostri errori, come tutti i normali esseri umani» - confessa Miley, ancora volto pulito e smagliante della major forse più attenta al pubblico delle famiglie, tanto da aver svolto molte indagini per costruire il film 'Hannah Montanà sul suo target di riferimento. «Non mi risulta che la sceneggiatura nasca dai test» - assicura però il regista Peter Chelsom, che (in un buonissimo italiano) spiega di aver voluto imprimere al personaggio qualcosa in più rispetto al suo lato glamour e superficiale: «Spesso quando si chiede alle bambine di 7 anni cosa vogliono essere da grandi, rispondono "delle celebrità", senza sapere bene cosa significa e questo mi spaventa. Perciò nel film ho voluto dare un messaggio preciso: non sarà un'opera particolarmente profonda, ma almeno dice che la vita è una scalata, e che una volta in cima il paesaggio è bellissimo».