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Dei e cortigiane, facce de' noantri

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Ci sono il ritratto del sindaco Nathan visto dal futurista Balla e la pompa magna con cui il principe Francesco Pallavicini fu nominato senatore del regno, nel 1870, con Roma Capitale (un anno e mezzo dopo, il nobiluomo divenne primo cittadino). La faccia di Cesare (il calco viene dal museo della Civiltà Romana) e quella, preziosa perché firmata da Raffaello, del cardinale Dovizi, conosciuto come il Bibbiena. Il Dio Tevere (da Tivoli) e la Dea Roma in trono (dalla Pinacoteca capitolina). E poi gli scorci della città, gli olii di Carlo Montani che raccontano com'erano certi posti nel 1935, da piazza dei Quiriti in Prati, a Castel Fusano, a Villa Paganini. Duemila e passa anni di Roma alla Gipsoteca del Vittoriano, nella mostra «La storia racconta: Il Natale di Roma» che si inaugura oggi con il ministro Bondi, il sindaco Alemanno, l'assessore Croppi, gli archeologi Carandini e Broccoli (nella pagina accanto anticipiamo il suo intervento nel catalogo Gangemi) tutti a fare festa alla capitale. Tre le sezioni, a cura di Maria Elisa Tittoni e di Alessandro Nicosia: la fondazione della città, i suoi segni e simboli e «i 2.762 21 aprile». E qui si scopre che la ricorrenza è celebrata fin dalle origini della città in collegamento con le feste pagane Palilie, dalla dea Pale, protettrice della pastorizia e connessa con la sacralità del colle Palatino. Dal 1843, e per vent'anni, il Natale di Roma divenne celebrazione pubblica, gestita dai Conservatori del Campidoglio. Insomma, una autentica festa del Comune. Poi il 1870. Il «Natale» diventa occasione per rinnovare la città: Ponte Mazzini si inaugura il 21 aprile 1908, l'aeroporto del Littorio, detto poi dell'Urbe, il Natale del 1928. Idem per il Foro di Cesare (1932), per Cinecittà (1937), per l'onorificenza a sette Nobel per la Pace in Campidoglio (1999), per il battesimo di due sale dell'Auditorium (2002) e della nuova teca dell'Ara Pacis (2006). Tagli di nastro tutti documentati dal corredo fotografico della mostra, che resterà aperta fino al 17 maggio prossimo. Ma il 21 aprile del 753 avanti Cristo fu davvero la nascita della caput mundi? Risponde Andrea Carandini, l'archeologo del Palatino: «Della data della fondazione di Roma e dei suoi personaggi, sopratutto Romolo, molto si è discusso senza raggiungere ancora un accordo. Ma il problema è spesso posto in maniera errata. Bisogna invece capire se gli eventi narrati sono stati inventati in epoca tarda per nobilitare l'oscurità dei primordi, oppure se si tratta di realtà in parte mitiche e in parte storiche. Romolo figlio di Marte, ad esempio, è un mito, mentre le sue imprese non sono soltanto leggendarie».

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