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Da Petra a Shawbak, archeo di frontiera

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Èquello che racconta la mostra «Da Petra a Shawbak», presentata pochi giorni fa presso la Sala Stampa Estera e che sarà inugurata il 13 luglio, presso la prestigiosa cornice della Limonaia di Palazzo Pitti, Firenze, dove rimarrà fino all'11 ottobre del 2009. A parlarne il curatore Vannini e, tra gli altri, Sua Maestà di Giordania, ambasciatrice giordana a Roma, Widjan al-Hashemi. E sì perché sono state svariate le motivazioni che hanno portato a scavare in quell'area per oltre venti anni: culturali e turistiche innanzi tutto. A finanziare l'opera, l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze e un accordo stretto tra il governo giordano e l'università fiorentina. Tra gli oggetti rinvenuti, a parte le sale di un palazzo regale, capitelli come quello detto «degli elefanti» e vasellame vario ma anche effigi e utensili, per un totale di cento reperti tra cui l'epigrafe della città di Augustopoli, a pochi chilometri da Petra, rinvenuta in uno scavo di circa 18 mesi fa. A presentare la mostra Marcella Antonini, il coordinatore archeologico Nucciotti, il professor Ruschi e Chiara Bonacchi. La presentazione della esposizione è stata anche l'occasione per parlare del futuro viaggio del Papa in Medio Oriente, che partirà proprio dalla Giordania. «Spero che questo viaggio aiuti non solo il mondo islamico a capire meglio il Papa, ma anche il Papa a capire meglio il mondo islamico». Così si è espressa la principessa Widjan, commentando la visita che si svolgerà dall'8 al 15 maggio.

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