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Altro che Platone: oggi poesia si fa così

Goffredo Parise

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Un piccolo breviario da Platone alle "teorie" contemporanee su una materia di per sé sfuggente. Capricciosa farfalla, la definiva Goffredo Parise, la poesia va e viene, non ha eredi: "Mi dispiace ma è così". Credo che sia uno dei motivi della opportuna "provocazione" di Davide Rondoni da queste colonne, sulla oggettiva difficoltà di "istituzionalizzare" questa sfuggente "materia". Un prezioso esempio di come la poesia possa entrare nelle aule (dentro, ma al di là, delle istituzioni scolastiche e universitarie) è rappresentato dal laboratorio di creatività «Chirurgica-mente» dell'Università Tor Vergata di Roma (si veda su Facebook le prossime iniziative di spettacolo e lettura, a favore dei terremotati di Abruzzo).  Terminato l'orario "ufficiale" delle lezioni, alcuni studenti e professori hanno ritrovato il gusto di incontrarsi per ascoltare o riascoltare insieme pagine della grande poesia internazionale, ogni volta su un tema diverso: la rabbia, la gratitudine, l'ingratitudine, la speranza, il potere. Qualcuno ha poi letto propri versi, dando un saggio della «materia» sfuggente, cercando una correzione corale, provando e riprovando, con esercizi a vuoto, in attesa della festa (l'ispirazione?): "A scrivere si fa così: si dorme un pochino / si resta in attesa con mani perfettamente vuote" (Mariangela Gualtieri, Senza polvere e senza peso, Torino, Einaudi, 2006). Luca Gabriele, tra i promotori del laboratorio, ha pubblicato, per Aletti editore, il suo primo libro, che consiglio energicamente, Amatamaro. "T'ho attesa paziente / mani giunte sopra il tavolo, / che fiorissi tra le mie carte / bianche, parola".

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