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«Il teatro è masochismo Soffri... e alla fine ti piace»

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Tiberiade Matteis Sarà una professoressa Gaia De Laurentiis nello spettacolo «Sottobanco» di Domenico Starnone, diretto da Claudio Boccaccini al Nino Manfredi di Ostia fino al 26 aprile e dal 5 maggio alla Cometa di Roma, incarnando il ruolo che fu di Anna Galiena nella versione cinematografica di Lucchetti intitolata «La scuola». Croci e delizie di un istituto tecnico diventano motivo di riflettere sui beni e i mali della vera realtà scolastica. Condivide la visione della scuola offerta dal testo? «Mettiamo in scena una situazione in cui i ragazzi sono trattati come numeri da alcuni insegnanti poco motivati se non addirittura ignoranti. La mia esperienza è però molto diversa. Ho un figlio di dodici anni che frequenta scuole pubbliche e devo dire che, quando ho avuto bisogno d'aiuto, mi sono trovata di fronte a una grande professionalità. Esiste una dimensione scolastica positiva anche se i docenti sono poco incentivati sul piano economico». Cosa le piace di questo ruolo? «Sono sempre stupita quando scopro una vena comica in me. Anni fa ho sperimentato che in teatro potevo utilizzare queste corde e qui mi concedo ancora una parte brillante. Certo, il fondo della commedia è molto amaro con uno spaccato triste della scuola che il regista Boccaccini ha accentuato con un finale tenero e commovente». Che rapporto ha con il teatro? «Sul palcoscenico mi sento a casa. Pensavo che nella mia vita avrei soltanto recitato. Di fatto ho sempre alternato teatro, televisione e figli. Nella conduzione, per esempio, sei tu che reciti te stessa, forzando alcuni aspetti. Però, il pubblico che reagisce in sala è un fatto meraviglioso e terribile: è come una diretta. Se non acchiappi la gente lo senti subito e hai un riscontro immediato. Alla prima ti chiedi chi te l'abbia fatto fare, ma il teatro è una prova di masochismo: provi una sofferenza che ti dà piacere. Poi scatta anche il divertimento». Ha tre figli. Che tipo di mamma è? «Li ho avuti in momenti molto differenti della mia vita: rischio di esser tre mamme diverse. Ogni figlio è un passo avanti come essere umano e un incontro di personalità. Tengo le orecchie bene aperte e ho pochissime certezze assolute».

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