Indiana Jones? Era italiano
.Il diario di Ricci, nato da una famiglia poverissima, che esplorò l'Egitto nell'800, è riemerso dalle sabbie della Storia a centottant'anni e più dalla realizzazione, quando ormai si credeva per sempre perduto. Ricci visse in Egitto dal 1817 al 1822, visitando luoghi fondamentali per la sua storia: l'oasi di Siiwa, il monte Sinai, percorrendo il Nilo fino a Khartum. Il medico prese appunti, preparò disegni, creò mappe. Tornò in Toscana (viveva a Firenze) nel 1822 con l'idea di trasformare il suo diario in un libro. Cinque anni dopo, a Parigi, incontrò Champollion, e gli consegnò gli scritti, pensando probabilmente alla pubblicazione, ma non se ne fece nulla. Champollion, poi, partì per l'Egitto insieme a Ippolito Rosellini nella storica spedizione promossa dalla Francia e dal Granducato di Toscana e Ricci con loro. I disegni e le esperienze del medico-pittore furono fondamentali per la pianificazione delle esplorazioni. Nel 1832 Champollion morì, due anni dopo anche Ricci. Del suo diario sembrava non ne sapesse più nulla nessuno. Il manoscritto riapparve nel 1928 in una libreria del Cairo e alla fine arrivò nelle mani dello storico Angelo Sammarco, che manifestò l'intenzione di pubblicare l'opera completa. Ma verranno stampati solo pochi documenti. Poi il buio fino all'altro giorno. Il giornale dell'Università di Pisa annuncia il ritrovamento, merito dello studioso Daniele Salvoldi che ne ha individuato una copia lavorando al progetto «Rosellini», coordinato dalla professoressa Marilina Betrò dell'ateneo pisano. «Si tratta di un rinvenimento eccezionale - spiega la docente - Ricci descrive e disegna siti che solo pochi anni dopo, al tempo della spedizione di Champollion e Rosellini, a cui lui stesso partecipò, erano già andati distrutti. Accanto ai monumenti Ricci descrive gli usi e i costumi dei popoli che incontra, le tecniche di battaglia degli eserciti, la condizione delle donne e persino quella degli animali. Ora, a quasi due secoli di distanza la nostra intenzione è di poter finalmente pubblicare il diario». Un'intenzione che speriamo si possa presto concretizzare. Per il momento Jean François Champollion (nato in Francia, dove sanno ben valorizzare i grandi di casa loro) ha dedicato un museo nel suo paese natale, Figeac. Ricci e Rosellini nemmeno si studiano nelle scuole. Una proposta al ministro Bondi, sensibile all'argomento: che agli egittologi italiani sia dedicato almeno un sito Internet istituzionale. Non costerebbe nemmeno molto.