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Il flamenco di Antonio Gades rivive nella danza di Galia

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LorenzoTozzi Chi anche una sola volta l'ha visto danzare conserva di Antonio Gades, principe del flamenco, un ricordo indelebile. Alla maratona di danza del Festival di Spoleto gli erano bastati i quattro minuti di una semplice «farruca» per accendere di entusiasmo delirante la cavea del Teatro romano. Oggi, all'indomani della sua scomparsa, il suo «duende», come lo chiamava Lorca, non sembra tuttavia spento, se una compagnia ne eredita nome ed insegnamento tenendoli vivi nel mondo. Quasi per una intera settimana dal 7 all'11 aprile la Compagnia Antonio Gades sarà di scena con due distinte produzioni, due classici del grande «bailarino» e coreografo spagnolo, al Teatro Olimpico. Da martedì si rappresenterà «Carmen» (1983), già visto a Spoleto e filmato da Carlos Saura in un classico della cineteca della danza (repliche 8 e 9), mentre da venerdi 10 (con replica sabato 11) si riporterà in scena «Nozze di sangue», balletto ispirato a Garcia Lorca che compie 35 anni di vita e debuttò proprio al Teatro Olimpico nell'aprile 1974. È noto infatti che, anche per motivi politici, la fortuna internazionale di Gades ebbe inizio proprio in Italia. Completa il secondo programma «Suite flamenca», che offre un spettacolare ventaglio del colorito stile coreografico andaluso. Pochi mesi prima di morire Gades, che per altro non era Andaluso di nascita, aveva creato una Fondazione per tutelare il suo lascito artistico e diffondere la danza spagnola nel mondo. Così dal 2006 la compagnia, diretta da Stella Arauzo (la vedremo nel ruolo di Carmen) che si era già affiancata come danzatrice a Gades dopo Cristina Hojos, è diventata, come il New York City Ballet per Balanchine, l'unica autorizzata a ripresentare i capolavori coreografici di Gades, il cui posto in scena è stato preso da Adriàn Galia.

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