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Bossa nova

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DarioSalvatori Sono cinquant'anni esatti che la musica internazionale parla portoghese. "A pulsacào do mundo è o coracào da gente/ o coracào do mundo è a pulsacào da gente", come ha sempre detto Milton Nascimento, un n.1 della musica carioca. Da dove arrivi tutta questa energia, questa pulsazione che ha conquistato il mondo è difficile dirlo. Forse dalla stessa identità creativa del Brasile, dalla sua originalità rispetto alla tradizione artistica ed estetica europea. Nella primavera del 1959 nasceva la "bossa nova", vale a dire la "cosa nuova", ma soprattutto una nuova attitudine. Furono Joao Gilberto e Carlos Antonio Jobim, con il grande Vinicius De Moraes come nume tutelare, a gettare quelle basi. "Bim bom" scritta da Gilberto e "Chega de saudade" da Jobim le prime felici pubblicazioni destinate ad un successo planetario. L'accompagnamento dell'orchestra diventava marginale e la chitarra acquistava un ruolo più sofisticato e complesso. Gilberto, cantante, chitarrista e compositore, apriva una nuova strada alla musica popolare. La sua genialità fu quella di scoprire un nuovo "beat", semplificando il modo di suonare la chitarra, tanto da permettere ai musicisti stranieri di captare la nuova musica. I batteristi, per esempio, avevano grandi difficoltà a suonare samba tradizionale, che è molto contrappuntato. Il cambio dell'accentuazione, la grande scoperta di Gilberto, favorì la divulgazione del nuovo stile. Nasceva un nuovo modo di intendere la musica, con un'impostazione della voce più naturale e rilassata, con un tono colloquiale e un tipo di accompagnamento sottile e raffinato. La bossa nova lancia uno stile musicale ma soprattutto una serie di compositori, parolieri e musicisti, da Roberto Menescal a Edu Lobo, da Elis Regina a Baden Powell, per non parlare di Chico Buarque de Hollanda, Caetano Veloso, Gal Costa e molti altri. La bossa nova, con quel misto di novità e leggerezza conquista il mondo. Di più. Diventa l'espressione modaiola, a tratti anche un po' snob, di un Brasile in rapida trasformazione. Il 1962 è l'anno in cui l'America scopre la bossa nova. Arrivano per primi i jazzisti: il chitarrista Charlie Byrd e il sassofonista Stan Getz, che imporrà la sua versione di "The girl from Ipanema" nelle classifiche statunitensi. Sarà poi la volta di Frank Sinatra, Ella Fitzgerald e di molti fra i grandi della musica. Ci sarà gloria anche per l'esile voce di Astrud Gilberto, affascinante moglie di Joao. Ma intanto in Brasile nel 1964 arriva il golpe militare e quella musica, sia pur leggiadra e soffice, assume le sembianze della resistenza, uno strumento per far passare messaggi politici. Molti degli artisti più apprezzati diventano esuli nel mondo, alcuni anche in Italia, come Chico Buarque. Altri, per esempio Sergio Mendes, forti della popolarità in seguito ai grandi successi ottenuti, si trasferiscono negli Stati Uniti e raddoppieranno la loro affermazione. Contemporaneamente il Brasile subisce una forte influenza pop, anglo-americana e il tropicalismo, il movimento alla base di tutte le novità, si sposta, cercando di recepire le influenze internazionali a contatto con le esperienze più vitali del mondo giovanile. È una nuova rivoluzione, traumatizzante ma felice almeno come la precedente, da cui scaturiranno ancora talenti di primissimo piano, da Gilberto Gil a Joao Bosco, da Egberto Gismondi a Walter France. Il Novecento ha visto una gran quantità di rivoluzioni musicali: il jazz, la musica dodecafonica, il rock, l'elettronica; ma a differenza di tutte queste importanti correnti, il merito e l'originalità della bossa nova fu principalmente quello di trasmettere al mondo quella geniale invenzione come un parto naturale di un gruppo di artisti. Nessuno - nemmeno il poeta del gruppo, Vinicius De Moraes - reclamò la gloria per aver inventato il nuovo samba. La bossa nova è stata il frutto di una serie di sviluppi storico-economici-musicali che fiorirono in Brasile durante la presidenza di Juscelino Kubitshek, l'uomo che costruì la città più moderna del mondo, Brasilia. A cinquant'anni da quella dolce rivoluzione rimane il gusto per una musica che il mondo ha adottato con grande gioia, anche se il quadro delle sonorità brasiliane appare oggi profondamente cambiato. In tempi di etno-musica e di world-music parlare di contaminazioni può sembrare sterile, anche se i musicisti brasiliani non hanno mai chiuso le porte a nessuno. Dal nuovo jazz brasiliano di Joao Donato al cupo rock dei Sepultura, il Brasile mostra una invidiabile vitalità.

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