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Raffaello: ribelle e un po' tirchio

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dall'inviatoSimona Caporilli «Raffaello e Urbino». È il titolo della mostra inaugurata nella città marchigiana che, a partire da oggi, potrà essere visitata fino al 12 luglio. Città natale, crogiuolo di artisti, luogo in cui portare avanti una bottega. Quella del padre Giovanni Santi, di cui l'artista prese le redini nel 1493 fino ad acquisire il titolo di «Magister». Oltre trenta le opere messe in mostra presso l'esposizione - organizzata da Civita in collaborazione con Gebart - allestita nelle sale della Galleria Nazio nale delle Marche a Urbino - palazzo Ducale - prendendo in considerazione un periodo che parte dalla fine degli anni Settanta del Quattrocento (l'anno di nascita dell'artista è il 1483), per un totale di venti dipinti e diciannove disegni originali, messi in rapporto con le opere di pittori a lui contemporanei e con le opere del padre, che fu il vero maestro del giovane e precoce Raffaello. Non mancano famose maioliche marchigiane, a far da corollario. «E cresciuto che fu cominciò a esercitarlo nella pittura, vedendolo a cotal arte molto inclinato, di bellissimo ingegno: onde non passarono molti anni che Raffaello, ancor fanciullo, gli fu di grande aiuto in molte opere che Giovanni fece nello Stato di Urbino», scrisse di Raffaello Vasari. La mostra (il catalogo è Electa) è stata curata dalla Soprintendente ai Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche Lorenza Mochi Onori, che si è avvalsa di una vasta equipe di specialisti: al vaglio la gioventù di Raffaello, bambino prodigio. Un artista ribelle? Il fronte degli specialisti del settore è diviso. C'è chi lo vorrebbe accostare all'attore James Dean, morto molto giovane e anche molto rivoluzionario nel suo essere artista (ad avvallare questa tesi l'assessore alla Cultura di Urbino Lella Mazzoli). Dall'altra parte c'è chi invece (come la dottoressa Lorenza Mochi) lo vedrebbe più che altro come un artista inquadrato: persona dai modi e dai tratti del viso curati e gentili, molto attento nello spendere il denaro: i soldi per lui erano davvero importanti. In esposizione la pala di San Nicola da Tolentino, danneggiata da un incendio e quindi suddivisa in molti frammenti, ora nei Musei del Louvre, di Capodimonte, di Tosio-Martinengo. Riunita per la prima volta a Palazzo Ducale, l'opera dimostra come gli esordi di Raffaello (che a 17 anni quando l'ha realizzata era già magister) fossero molto vicini alle pale paterne. Uno studio che ha preso le sue prime mosse dall'esposizione che fu inaugurata a Londra nel 2004 dal titolo «Raffaello da Urbino a Roma». Alla conferenza di presentazione della mostra, che si è svolta ieri mattina, il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro, il presidente della Giunta regionale delle Marche Spacca, il presidente della Cassa di Risparmio di Pesaro Sabbatini, il presidente della Provincia di Pesaro-Urbino Ucchielli, il sindaco di Urbino Corbucci e il direttore Generale dei Beni Culturali della Regione Marche Carini. Per informazioni: www.raffaelloeurbino.it.

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