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Notti a Praga con Klara Faenza tra realismo e letteratura

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Siamo a Praga. Vi si è trasferito il musicista Luca che di giorno insegna musica nelle scuole e di sera la esegue nei locali. Si è fidanzato con una studentessa, Klara, che lì all'università studia storia dell'arte. Si amano, ma Luca è preda di una gelosia quasi folle che rischia in più momenti di mettere in forse quella relazione. Un giorno decide addirittura di rivolgersi a un'agenzia di investigatori privati perché Klara sia pedinata dovunque, filmando tutti i suoi incontri. A capo di quell'agenzia c'è uno strano personaggio, che è l'opposto di Luca, Denis, sposato con una donna che, senza preoccuparsene, sa infedele, legato un po' - ma non molto all'inizio - ad una sua assistente, Nina, una ragazza che, in mezzo a tutta quella gente stramba, è probabilmente la più normale di tutti. Si seguono i vari percorsi: Luca, sempre più in preda ai suoi fantasmi, Denis, che forse, grazie a quel suo rapporto coniugale libero e disinibito, arriva a tacere a Luca dei possibili sospetti che, investigando, sembra avere sulla fedeltà di Klara. Finché tutto precipita, tra le pieghe di un dramma che, con sorprese, alti e bassi, persino dei colpi di pistola, sembra ricondurre Luca, ormai guarito, alla ragione. Ma, al momento di chiudere, c'è un'ultima sorpresa... Roberto Faenza, che, con il suo cinema, predilige spesso, come ispirazione, dei testi letterari, questa storia in molti punti curiosa e, appunto, anche un po' stramba, se l'è fatta suggerire da un romanzo di egual titolo di un noto scrittore ceco, Michael Wiewegh, che in patria gode da anni di una buona fama. Svolgendo i suoi schemi, ha evitato di puntare solo su una coppia, quella di Luca e Klara, ma ha dato spazi attenti al personaggio di Denis attorno al quale si muovono, oltre alla moglie, l'amica, lasciando che sia proprio quello, fra i vari momenti della vicenda, a farci ascoltare alcune considerazioni sulla gelosia, via via smentendo le opinioni degli altri. Con una vitalità singolare che, se non si ritrova poi nel resto, consente al film di suscitare una attenzione qua emotiva là anche intellettuale, pur con qualche insistenza di troppo su alcune cifre letterarie. Nelle vesti di Klara c'è, molto bella e sempre convincente, Laura Chiatti. Il geloso è Claudio Santamaria che esprime con realismo tutte le sue ossessioni.

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