Quanto ci costano tutti i premi letterari
RacheleZinzocchi Premi letterari: business o investimento utile a promuovere cultura? La domanda s'impone dopo lo scandalo del Grinzane Cavour. L'abbiamo girata a chi li organizza, i premi. Quanto costano? Le risposte, dopo aver superato le resistenze iniziali e i prevedibili appelli alla privacy su un argomento spinoso ma che esige trasparenza, delineano un quadro chiaro. «Il problema non sta nella quantità dei finanziamenti erogati, ma nel modo in cui questi vengono usati», spiega Giuliano Vigini, direttore dell'Editrice Bibliografica, l'osservatorio su tutto quanto si pubblica in Italia, e Presidente del Premio "Alassio Cento Libri". «In genere i budget non sono alti. Quasi mai superano le poche centinaia di migliaia di euro: il minimo per dar vita alla complessa macchina di un premio letterario, tra cene di gala, inviti a giuria e ospiti, eventi collaterali. Da stigmatizzare sono quei premi che non danno garanzie sulla qualità della giuria e sull'entità, anche economica, dei premi per i vincitori. E poi forse di Premi ce ne sono fin troppi in certi settori, come la poesia, mentre mancano in altri. I traduttori, ad esempio, un Premio lo meriterebbero". Insomma, conclude Vigini, "i Premi importanti e seri non sono più di un centinaio. Ma guai a condannare quelli - la maggior parte - che operano con trasparenza e correttezza nell'interesse di autori, editori e lettori. Questi andrebbero forse sostenuti ancora di più". Il Premio presieduto da Vigini si attesta quasi sul minimo: "Abbiamo un budget di circa 100.000 euro, fornito per la maggior parte dal Comune di Alassio e, per il resto, da qualche sponsor. Ma riusciamo a realizzare una grande manifestazione: a presentare c'è Gerry Scotti, che per fortuna è un amico". Spiccioli rispetto ai milioni di euro di cui il Grinzane avrebbe beneficiato. "Finanziamenti per 8,5 milioni di cui 6,874 già erogati", ha precisato Sandro Bondi, "concessi dal Ministero dei Beni Culturali nel corso degli anni". Ancora più povero l'ottimo "Acqui Storia", giunto alla 42ª edizione con nomi in carnet quali Bobbio e Spadolini. "Nel 2008 il nostro budget è stato di circa 90.000 euro", dice Carlo Sburlati, Assessore alla cultura di Acqui Terme e anima dell'alloro. "Abbiamo premiato Vittorio Feltri, Uto Ughi, monsignor Fisichella. Ma potevamo contare solo su 20.000 euro dalla Regione (meno dell'anno precedente, quando il finanziamento era stato di 30.000), 47.000 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e circa 15-20.000 dal Comune di Acqui Terme e altri sponsor privati". Persino il "Campiello", che pure ha il sostegno di Confindustria Veneto, non stappa bottiglie di champagne. "Il nostro budget è di poco superiore ai 500.000 euro, ma sempre lontano anni luce dalle cifre del Grinzane", spiega Alessandra Pivato, Presidente del Comitato di Gestione. "Le cifre a disposizione sono volta a volta proporzionate alle possibilità degli imprenditori. Quest'anno abbiamo il 20% in meno. I finanziamenti pubblici sono solo il 10% del budget totale. Provengono dalla Regione Veneto e sono riservati interamente al Campiello Giovani". La parola d'ordine è dunque "sobrietà. Su tutto ci muoviamo con grande attenzione. I nostri gettoni di presenza sono bassissimi". Stringe la cinghia anche lo Strega: i centomila euro che di norma gli servono sono ridimensionati, per la diminuzione del contributo pubblico. E dallo sponsor fondatore, gli Alberti del blasonato liquore, ormai giunge poco. Ancor più austero un altro premio storico, il "Viareggio": "Il nostro budget si aggira sui 100.000 euro", precisa il Presidente Rosanna Bettarini. "In base allo statuto siglato tra il sindaco di Viareggio e il fondatore storico Leonida Repaci, la città si è assunta l'onere e onore di finanziare un premio di gloriosa tradizione. L'Assessorato alla cultura garantisce l'autonomia della giuria che, come il Presidente, non maneggia denaro, ma si limita a stabilire il calendario e i libri meritevoli del premio. Il budget è davvero ridottissimo, per garantire il decoro minimo".