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Quando Branduardi si sente San Francesco

Angelo Branduardi

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Tra i milioni di riccioli che s'intrecciano sulla sua testa restano impigliati sogni d'altri tempi. Note del Rinascimento che tra liuti e violini disegnano un futuro antico. Branduardi non ha mai avuto paura di essere controcorrente. Fin dalla sua «Fiera dell'est», quando non essere politicizzati costava molto di più che non seguire le parrocchie culturali allora dominanti. Cinquecento anni fa sarebbe stato un trovatore, oggi gira il mondo con i suoi musicisti e tre attori per dare voce alla vita di San Francesco. Branduardi, il suo spettacolo si ispira alla vita di San Francesco e ha già superato le trecento repliche. Qual è il segreto? «San Francesco era un uomo disperato, pieno di dubbi. Non era un giullare di Dio ma qualcosa di più. Era santo, uomo e artista insieme. In questo risiede la sua modernità. Con il "Cantico delle Creature" è stato uno dei primi poeti in "volgare". Persino prima di Dante». «La Lauda, Il Concerto» sbarcherà al Teatro Sistina di Roma il sabato e la domenica di Pasqua. Chi l'accompagna sul palco? «Con me non solo musicisti ma anche tre attori. La "Lauda di Francesco" verrà eseguita in forma di oratorio, una sorta di recitativo che si intreccia alla musica. Ma i miei impegni a Roma non finiscono qui».  Cos'altro bolle in pentola? «Il 24 giugno sarò in piazza San Giovanni in Laterano per la festa del santo. Mi esibirò con il mio gruppo di musica rinascimentale, "Scintille di musica", con cui eseguirò il sesto capitolo di "Futuro Antico" dedicato alla cultura papalina del Rinascimento». Allora tra lei e la Roma di Alemanno un patto di ferro? «Non sono mai stato schierato politicamente. E questo all'inizio mi ha reso la vita difficile. Quando feci ascoltare ai discografici "Alla fiera dell'est" mi dissero che le parole chiave erano altre. Ma dopo un anno si accorsero che avevo ragione». Per lei anche un nuovo cd "Senza spina". Qual è il filo conduttore? «Sono brani rigorosamente in chiave acustica, alcuni dei quali risalgono a registrazioni di più di vent'anni fa, quando il termine unplugged non andava così di moda». Tra i brani inediti c'è «Il denaro dei nani». Chi sono i nani? «Sono i finanzieri d'assalto. Velenosi e tossici. Si sono arricchiti alle nostre spalle generando la crisi economica che abbiamo sotto gli occhi». Non ha mai avuto paura di essere controcorrente? «Io sono come l'aglio. Un sapore deciso che si ama molto o fa schifo. Tanto»

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