Enrico Montesano
Tiberiade Matteis A grande richiesta del pubblico, che ha prenotato i biglietti già da oltre un mese, Enrico Montesano riprende sabato e domenica al Gran Teatro il suo ultimo spettacolo «Quantunque io... ovvero etica e cotica», proposto nel medesimo spazio romano in due serate a fine gennaio con immenso successo. Il titolo recupera una trasmissione televisiva di molti anni fa, ma il filo conduttore è qui la denuncia ironica della sempre crescente assenza di una morale autentica. Alternando i pensieri del filosofo Marc'Aurelio al brano «Povera patria» di Battiato, passando dalla recitazione poetica al racconto autobiografico, si costruisce un evento che fa ridere senza essere demenziale, non rinunciando a momenti di riflessione. Dopo la capitale l'attore è pronto per rinnovare l'esperienza in repliche estive. Cosa è piaciuto ai romani del suo recital? «Mi hanno detto di aver assistito a un vero e proprio spettacolo d'attore che non insegue necessariamente la satira politica, la dimensione critica né la battuta comica a tutti i costi. Le risate non mancano, ma non sono quelle grassocce, superficiali e leggere. Chi viene per divertirsi non va via rammaricandosi per la banalità di cui ha sorriso». C'è un segreto nell'affezione che il pubblico nutre per lei? «Ho raggiunto quarantatré anni di carriera e mi posso permettere anche di trattare argomenti corposi, non logorati e di spessore diverso. Smaschero la mancanza di etica ormai dilagante, preferendo comunque la spontaneità della "cotica" al perbenismo e all'ipocrisia di cui tanti si ammantano. Derido la dipendenza eccessiva dalla tecnologia perché le comodità devono esserci d'aiuto e non renderci schiavi. La gente può ascoltare la verità soltanto a teatro, l'unico luogo in cui si ha la libertà di affrontare temi che vengono trascurati e omessi in televisione». Come si manifesta il Montesano di oggi? «Sono un attore che non intende scendere di livello. Mi impegno nella recitazione di Pascarella, nel ricordo della Roma di qualche anno fa e degli incontri in Via Margutta con Fellini, in una performance adatta alle mie corde e in grado di soddisfare le esigenze di chi sceglie spontaneamente di venirmi a vedere. Il mio obiettivo è essere sempre innovativo».