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Addio a Giuseppe Bonaviri. Nei suoi romanzi una Sicilia onirica

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Bonaviri,che aveva 84 anni, è stato il narratore di una Sicilia magica, la sua terra, alla quale era fortemente legato. Era nato a Mineo, in provincia di Catania nel '24. Medico cardiologo, Bonaviri è stato sempre attento a cogliere la dimensione arcaica della natura. Ha pubblicato, soprattutto per Rizzoli ma anche Mondadori e Sellerio, numerosi libri. Dopo il romanzo «Il sarto della strada lunga» (1954), che aveva ottenuto grande approvazione da parte di Elio Vittorini e per questo pubblicato da Einaudi, Bonaviri abbandonò i moduli più neorealistici per approdare ad una scrittura fantastica, che richiama Italo Calvino. Il romanzo «Il fiume di Pietra» (1964) che ha come protagonista un gruppo di ragazzi di campagna e la trilogia «La divina foresta» (1969), «Notti sull'altura» (1971), «L'isola amorosa» (1973) sono uno spaccato del mondo siciliano, greco e saraceno, fatto di paesaggi e presenza oniriche. Il suo lavoro più riuscito è considerato il romanzo del '78 «Dolcissimo», una surreale discesa agli inferi della città di Zebulonia-Mineo. Sono seguiti «Novelle Saracene», (1980), i romanzi «L'incominciamento» (1983), «Dormisveglia» (1988), «Ghigò» (1990), Il vicolo blu (2003) e le raccolte di poesie. Nel 2006 ha pubblicato «Autobiografia in do minore». Nel 2007 si è raccontato nel documentario «Bonaviri» ritratto di Massimiliano Perrotta. Una fondazione porta il suo nome.

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