Scrittore, parla come mangi!
{{IMG_SX}} La cultura ha un suo peso ma non pesa il sapere, pesa il non sapere. Tutti noi entrando in una libreria e osservando le pile di libri che tendono verso l’alto, verso l’Onnipotente,ci poniamo questo quesito: «Madonna mia la roba che non so! Ma ’ndo so stato tutto sto tempo, quando questi scrivevano?». È presto detto: gli scrittori sono tanti e a tempo pieno, tu lettore sei da solo e a tempo perso. Perché lo scrittore fa solo quello, non fa altro: non è che di notte scrive e di giorno fa le finestre in alluminio. Da bambini sembriamo tutti uguali ma dopo un po’ chi è predestinato a fare lo scrittore si guasta:stava giocando con te in cortile quando all’improvviso comincia a parlare forbito, che tu dici: «Ma parla come mangi!». Il passo successivo è la spocchia, ti guardano dall’alto in basso come a dire: «Che campi a fa’?». Poi si fanno crescere la barba lunga, perché gli scrittori già a dodici anni hanno la barba lunga. E scrivono scrivono e tu sei costretto a leggere leggere. Io mi sono alzato stamattina alle sette, porta i ragazzini a scuola e vai in banca e vai dal commercialista e vai a fare la spesa ma che ne sai te, scrittore, della vita mia? Vabbe’, non voglio essere prevenuto contro la cultura, leggiamo sto libro…lo vedi che c’avevo ragione io…che noia, già due pagine e nemmeno una fotografia!