Scherziamo pure con i "diversi".
Oggiè la volta di un'opera prima italiana (di Umberto Carteni) che, con l'occasione, scherza un po' anche con la politica (sempre secondo la moda). Siamo nel Nord Est (la cornice, riconoscibile, è Trieste), si preparano le elezioni amministrative e un partito di sinistra, per battere uno di destra, già vincitore in precedenza, candida a sindaco un omosessuale dichiarato, Luca, legato apertamente con un altro uomo, Remo. Per equilibrare la situazione gli mette al fianco, candidandola come vice sindaco, una donna, Adele, dai principi sani fino al rigore. Con un risultato, però, che, politica a parte, i due non solo si innamoreranno, ma Adele non tarderà a ritrovarsi in stato interessante. E Remo? Dopo un primo scontro tutto gelosie, finirà per suggerire lui stesso, bene accolto, la soluzione del triangolo. Nozze niente, ma...due padri. Esattamente come nel film francese "Baby Love" visto qui da noi l'anno scorso. Appunto uno scherzo, fino al paradosso. Se ne potrà discutere, anche dissentendo, ma non si potrà fare a meno di sorridere e anche di ridere perché, nonostante la politica sembri qua e là sfoggiare dei cipigli, la commedia, ad ogni svolta, prevale e s'impone. Con l'aria soprattutto di giocare. Sui contrattempi, sugli equivoci, sulle situazioni più tradizionali come la gelosia di Luca quando teme che Adele ami anche un altro, sulle complicazioni provocate, all'opposto, da quei due omosessuali improvvisamente alle prese con una donna troppo ricca di fascino. Snatura un po' la festosità della commedia l'accentuazione quasi ideologica con cui si ritiene di dover discettare sulla "diversità", con puntualizzazioni che nuocciono agli equilibri narrativi. A differenza, ad esempio, di quello che accadeva in "Baby Love", in cui solo l'ultima inquadratura alludeva implicitamente al triangolo, qui si sente il bisogno di andare oltre e di far scrivere al bambino a scuola: "Ho due padri". Troppo. Anche sul piano del gusto. Da lodare senza nessuna riserva, invece, la bella interpretazione di Claudia Gerini come Adele, con abile e misuratissimo passaggio dal rigore all'amore. Le dà la replica Luca Argentero con molto brio e con una versatilità di mimica notevole.