Emanuele Filiberto: "Dopo Carlucci & C. mi butto in politica"
{{IMG_SX}} «Sono felice di essere arrivato alla finalissima di "Ballando con le stelle". Ho raggiunto l'obiettivo di farmi conoscere dagli italiani che mi gratificano del loro consenso, sia incontrandomi per strada, sia su Facebook sia con il televoto». Emanuele Filiberto di Savoia, alla vigilia dello scontro finale nello show di Milly Carlucci che quest'anno ha collezionato record di ascolti, parla del futuro personale, professionale e politico. La sua partecipazione a Ballando è servita a migliorare l'immagine dei Savoia in Italia? «Mille anni della nostra storia parlano da soli. Io ho partecipato per me, mettendomi alla prova come persona, sono sempre stato me stesso. Certo per la prima puntata ero morto di paura, uscire sarebbe stato un dramma. Poi mi sono accorto del calore della gente. Domani sera come primo ballo farò un valzer. E non mi stresserò per vincere. Anche mio padre era additato come concorrente di un reality show, La Fattoria. Hanno visto che io funzionavo come personaggio a Ballando e hanno pensato a lui. Mio padre non ha mai preso in considerazione l'offerta...» Dopo la tv l'aspetta la politica? «Prenderò alcune settimane di vacanza con la mia famiglia. Entro i primi dieci giorni di aprile dovrò decidere se accettare le proposte di candidatura da parte di due partiti del centrodestra per le elezioni europee. Ho un progetto politico dettato dal mio amore per l'Italia che andrà comunque avanti. Mi sto guardando intorno per decidere in tutta coscienza cosa fare, consapevole che spesso non mi sento rappresentato da questo mondo politico. Io desidero avere un ruolo attivo. Perciò la decisione è ardua: accettare adesso oppure rimandare il mio impegno politico di qualche anno per conoscere meglio l'Italia?» Perché non si sente rappresentato da questa politica? «In Italia manca la meritocrazia e non c'è un dialogo concreto tra maggioranza e opposizione. Ci sono delle priorità da rispettare: sanare le situazioni di strade, ferrovie, compagnia aerea, e dare più spazio ai problemi ambientali che sono sempre stati affrontati solo dalla sinistra ma sono un patrimonio anche di centrodestra». Berlusconi, Casini, chi sente più vicino? «Incontrare Berlusconi significa incontrare il miglior amico di ogni italiano. I cittadini lo hanno capito. Si sta dando da fare e in Italia non è facile. Rispetto Casini che ha avuto l'intuito di restare indipendente in un momento in cui lo si additava come il possibile erede di Berlusconi». E Dario Franceschini nuovo segretario del PD? «Il Pd è nato vecchio. Non basta cambiare qualche personaggio al vertice per cambiare il partito. L'Italia è un Paese giovane, ha solo 150 anni ma è arrugginito dalla politica». Ha conosciuto il Presidente Napolitano? «Sì, lo stimo personalmente e rispetto la sua storia». Le cronache rosa insinuano un certo feeling tra lei e la Titova, sua maestra di danza. È vero? «Con Natalia c'è amicizia e rispetto. Io ho una famiglia che adoro, due bambine che facciamo crescere lontano dai riflettori e, per nostra scelta, non hanno consapevolezza del cognome che portano». E con le zie che rapporti ha? «Mi sento spesso con Maria Pia, e con Beatrice quando viene in Italia. Lei vive in Messico. Stimo poco Maria Gabriella, è una persona inutile. Non mi piace come si è comportata con mio padre: quando lui aveva bisogno di unità e di amore familiare lei gli ha voltato le spalle e ha appoggiato le comiche pretese di Amedeo D'Aosta». Che ne pensa del matrimonio tra persone dello stesso sesso? «Assolutamente non condivido, pur rispettando le scelte della sfera privata di ognuno». Quali sono i progetti di sua moglie Clotilde? «Intanto continua il teatro fino al 28 giugno. Poi girerà un film con France Due sull'Alzheimer, poi produrrà un cortometraggio su un giovane artista esordiente».