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Da Tokyo con passione per celebrare le note di Haydn

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Afesteggiare il papà della sinfonia, Franz Joseph Haydn, non è questa sera al Teatro Olimpico (per il cartellone dell'Accademia Filarmonica Romana) un ensemble europeo, bensì un prestigioso gruppo nipponico come il Quartetto di Tokyo. Ed invece di ricordarlo nelle sue aggraziate Sinfonie lo si evoca nel non meno importante genere del quartetto per archi, della cui forma fu fondatore. Quattro preziosi Stradivari, appartenuti un giorno a Paganini, oggi nelle mani dei quattro solisti lasceranno risuonare così quattro Quartetti dell' op.76 (n.4 Del levar del sole, n.1, n.2 Le Quinte e n.5), pubblicati nel 1799, considerati summa dell'arte quartettistica haydniana. Ne scriveva con entusiasmo uno spettatore d'eccezione come il musicografo inglese Charles Burney che li riteneva pieni di buon gusto. Una maniera originale di celebrarne il bicentenario della scomparsa nell'ambito della Settimana Haydn promossa dal Forum Austriaco di cultura. Formatosi in Giappone e perfezionatosi alla Julliard School di New York, il Quartetto di Tokyo è tra i più prestigiosi ensemble cameristici del mondo.

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