Saddam come «Beautiful»
Nella reggia di Saddam si scatena il panico: il presidente ordina a tutti i membri della famiglia di fuggire. Subito dopo un flash back sui titoli iniziali riporta al 1979, anno della presa di potere di Saddam che spodestò da vicepresidente, il presidente in carica Ahmad Assan al-Bakr, attirandolo in un tranello: lo invitò a casa con il pretesto del compleanno della figlioletta. Qui con i suoi fedelissimi lo costrinse, pena la morte, a lasciare la carica. Tutto questo vedranno i telespettatori di Sky Cinema 1, nella prima delle due puntate della fiction "Casa Saddam" in onda stasera e domani sera in prime time. Prodotta dalla BBC e dalla statunitense HBO "Saddam House" ha riscosso grande successo in Inghilterra e negli USA. Adesso arriva in Italia. A dare il volto allo spietato dittatore iracheno Yigal Naor, il Marlon Brando israeliano già visto in Munich di Steven Spielberg. Straordinaria la rassomiglianza. Le successive immagini sono cruente: Saddam con la sua corte di assassini si libera degli oppositori, impugnando personalmente la pistola e facendo fuoco persino su parenti ed ex amici. A nulla possono i consigli della madre e della prima moglie Sajida Khairallah Talfah, interpretata dall'attrice irano-americana Shohreh Aghdashloo, ("24", "ER", "Grey's Anatomy"). La sanguinosa escalation di violenza e terrore è ben documentata, anche se le scene di massa non abbondano, ma i caratteri sono ben delineati. Saddam, subito dopo la presa di potere, invita giornalisti stranieri per far conoscere al mondo la sua potenza. Visita scuole, parla con i bambini e chiede loro: dimmi, quando mamma e papà sono soli a casa cosa dicono di Saddam? I circa 25 anni di storia del dittatore si intrecciano con le vicende mondiali: questa sera è documentata la prima guerra del Golfo specificando quanto sia costata in termini economici agli iracheni, senza che Saddam sia stato minimamnete scalfito dalle sanzioni economiche. Infatti le immagini della sua reggia dorata ed i fasti di cui si circondava sono da mille ed una notte: rubinetteria d'oro, stucchi, parati, mobili, argenteria, suppellettili, abiti costosissimi delle signore, stridono con le scene di miseria in cui versavano gli abitanti di Bagdad, una città, dice Saddam al primo figlio, facendogliela vedere dall'altro, per cui vale la pena di lottare e morire. La fama di ricchezza era tanta che i palazzi che il dittatore possedeva erano sempre pronti ad accoglierlo in qualsiasi momento. La fiction pone l'accento in particolare sulla saga familiare del dittatore: guerre ed intrighi tra parenti, litigi coniugali, bagni di folla, sesso, amplessi rubati in atmosfere che sembrano prese in prestito da una soap opera alla Beautiful con l'aggravante storico, quindi reale, di violenza, attentati e ferocia spesso fine a se stessi.. Tra gli episodi poco conosciuti dai mass media, all'indomani della fuga dal megapalazzo presidenziale e dell'arrivo dei marines in Iraq, l'amicizia del dittatore nascosto in una catapecchia, con un bambino incontrato in riva al fiume. La fiction si conclude proprio con la caduta colossale di Saddam e la sua cattura da parte delle forze anglo-americane.