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Quei premi sotto la soglia della decenza

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Chiudiamo una stagione di Premi, inventiamone di nuovi. Il Premio Grinzane Cavour è nella bufera sia per le accuse a carico del suo ideatore e promotore, sia per la pessima idea di istituire sopra i nuovi giurati (ignari) un comitato di garanzia. Come dire: staremo attenti che non fate i furbi. Il che non è un gran segno di stima. Da qui le dimissioni. Pochi anni fa il premio Viareggio fu travolto da analoghe e patetiche polemiche. Sullo Strega aleggiano fantasmi e veleni. Fino a una certa soglia è naturale e persino salutare che intorno ai premi ci sia bagarre. Ma qui siamo sopra la soglia di allarme e sotto la soglia della decenza. Ci vuole un colpo d'ala. Lasciamo questi premi, più o meno gloriosi, al loro destino. Inventiamocene un altro. O un altro modo di pensare i premi. Piantiamola con 'ste cose tipo cena in ghingheri, veleni, sussurri e assegni. Ad esempio: una rete televisiva pubblica o privata metta in palio una trasmissione sulla letteratura. E ad essa vada ospite fisso il vincitore (o i vincitori del premio). Lo chiami così: Premio l'ospite. Come dire che quell'autore sarà ospite delle case degli italiani per un po'. O una città ospiti la voce dell'autore, le sue parole per le strade, le piazze, i viali.

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