Carlucci: "In sei mesi la legge sullo spettacolo"
{{IMG_SX}} Istituire la figura di un «manager» per gestire una compagnia di spettacolo formato dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione, promuovere la diffusione della danza italiana all'estero, liberalizzare le esibizioni degli artisti di strada, non applicando le tasse per l'occupazione di suolo pubblico e di commercio ambulante. C'è un po' di tutto nella proposta di «legge quadro per lo spettacolo dal vivo» firmata da Gabriella Carlucci e Luca Barbareschi, deputati del Pdl, e illustrata ieri in conferenza stampa alla Camera. Un provvedimento «generico» assegnato qualche giorno fa all'esame della commissione Cultura di Montecitorio. Ma che, ha spiegato la Carlucci insieme ad altri parlamentari come Fiorella Ceccacci (Pdl), Emilia De Biasi (Pd), Paola Goisis (Lega), è stato posto tra le priorità dei lavori in commissione. Sul settore dello «spettacolo dal vivo» c'è un vuoto legislativo, visto che dopo l'emanazione della legge «madre» del 1985, istitutiva del Fus (il Fondo unico per lo spettacolo) non sono mai state varate dal Parlamento le leggi «figlie». La pdl chiede anche agevolazioni fiscali: introduzione della pubblicità «indiretta» e agevolazioni alle imprese di spettacolo simili a quelle concesse alle Pmi. Il mondo dello spettacolo, hanno spiegato le deputate (bipartisan) intervenute, ha bisogno di una riorganizzazione. «Anche la Lega ha capito che in questa materia ci deve essere una visione unitaria al finanziamento. Nella nostra proposta di legge c'è l'idea di riconoscere dei criteri. Uno è di merito. Mancano all'appello 80 milioni di euro e non sono pochi e io so che il ministro Bondi si sta impegnando. Ci deve essere trasparenza nell'utilizzo dei soldi pubblici. Questo controllo lo deve fare il ministero non il Parlamento. Nella mia legge c'è un'ampia parte dedicata al welfare. I lavoratori dello spettacolo sono sicuramente i più precari. Piacerebbe che tutte queste buone idee convergano in una legge entro sei mesi».