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Un raffinato gioco psicologico tra i ghiacci

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Due donne tra la neve. Ai confini fra gli Stati Uniti e il Canada, ai margini di una Riserva Indiana e di un grande fiume ghiacciato, il "frozen river " del titolo. Una, Ray, americana con due figli, è stata lasciata dal marito che se n'è andato derubandola di tutto, anche dei soldi con cui pagare il mutuo di una casa nuova. L'altra, Lila, indiana della tribù dei Mohawk, ha un bambino anche lei ma, anche lei senza più marito, ha lasciato che glielo portasse via la suocera e, per vivere, trasporta nel bagagliaio dell'auto, attraversando quel fiume ghiacciato, dei clandestini ridotti in schiavitù dalla mafia cinese. Finiscono per darsi una mano in quella impresa tanto rischiosa spinte entrambe dalla necessità (Ray anche per non perdere la casa) pur non amando nessuna delle due l'idea di mettersi tanto clamorosamente contro legge. Questo lungo antefatto è servito alla regista esordiente Courtney Hunt per raccontarci una vicenda in cui gli snodi avventurosi vanno di pari passo con l'analisi psicologica delle protagoniste. Da una parte così quelle ansiose traversate sul ghiaccio di un fiume che potrebbe cedere al passaggio delle auto mentre attorno la polizia di frontiera vigila pronta, armi alla mano, a intervenire. Da un'altra, l'incontro fra quelle due donne dalle mentalità tanto diverse, anche da un punto di vista etnico, che prima è solo uno scontro anche duro poi, quasi insensibilmente, si trasformerà in un'alleanza così forte e sentita che vedrà da ultimo l'americana sacrificarsi per l'indiana, sia pure lasciando presagire più in là una sorte di lieto fine. L'avventura è tesa, nervosa, nella notte, tra le nevi, le psicologie sono proposte con misurata finezza, quasi a distanza, sempre però con motivazioni precise, all'insegna di una solidarietà, nella miseria, nello sconforto, che non tarda a diventare il segno di quel rapporto fra le due. Lo ricreano, con modi asciutti e sinceri,Melissa Leo come Ray, poco nota fra noi (la si è appena intravista in "21 Grammi"), ma con una maschera forte ed incisa, e l'indiana Misty Upham, una Lila dalle giuste espressioni.

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